Ancora sotto accusa il consumo di alcool.  Uno studio condotto dal Brigham and Women’s Hospital e dalla Harvard Medical School di Boston, pubblicato sul Journal of the American Medical Association mette in guardia le donne:  anche quelle che bevono poco  (tra 3 e 6 bicchieri di vino alla settimana) hanno un 15% in più di possibilità di ammalarsi di cancro al seno rispetto alle astemie.

Secondo i ricercatori la percentuale sale al 51% nelle donne che bevono in media due bicchieri di vino al giorno.

 Sono state studiate le risposte di 105.986 donne date a un questionario sulla loro salute e il consumo di alcolici tra il 1980 e il 2008. I rischi più alti di sviluppare il tumore al seno compaiono tra le donne che iniziano a bere precocemente e proseguono oltre i 40 anni. In questo caso anche smettere non riduce le percentuali di rischio.

 Piccola riflessione: è un dovere per me pubblicare quelle agenzie che possono anche solo lontanamente essere d’aiuto a chi ha avuto un tumore al seno o a chi desidera prevenirlo. Ma c’è un qualcosa che deve essere più incisivo ancora. Non prendiamo nulla alla lettera,  non sentiamoci a posto se non rientriamo nella categoria delle forti bevitrici o fumatrici. O delle donne con glicemia alta o di quelle con grasso addominale (a proposito un’altra agenzia riporta uno studio apparso su Nature Medicine condotto dall’università di Chicago: chi ha il “grembiule di grasso” localizzato nell’addome superiore, vicino allo stomaco, rischia il cancro alle ovaie – ma anche al seno, al colon e allo stomaco –  due volte più degli altri. Cellule cancerose iniettate nell’ovaio di topoline sane sono attratte dal grasso, se ne nutrono e si sviluppano più rapidamente, elemento chiave di questo processo è la proteina Fabp4, vettore del grasso). 

Quello che desidero trasmettervi non c’entra con l’ansia. Allora se non sono grassa, non bevo, non fumo e mangio bene perché mi devo preoccupare?. Risposta: non ti devi preoccupare, devi solo accorgerti, ogni tanto sospettare, non soffocare l’istinto e vivere bene comunque (giusto un esercizio zen…) Insomma, il cancro ti viene anche se sei giovane,  anche se non hai disturbi (e questo vale soprattutto per il seno), anche se non rientri nelle categorie a rischio (ovvero se non hai parenti che hanno avuto tumori o hai una certa età).  Dove voglio arrivare? Mi perdonerete, sto viaggiando a ritroso, a quattro anni fa, quando sprofondai dentro la mia diagnosi, senza capirla. Sono un caso (però sempre più frequente) e forse  utile a qualcuno. Per questo ho steso il mio decalogo della prevenzione pensando a quello che dirò alle mie figlie, le principesse, tra qualche anno. Eccolo:

Non fidatevi quando chiedete un esame approfondito (biopsia o ago aspirato)  e vi viene negato perché non avete familiarità.

Non fidatevi quando fate mammografie che vi suggeriscono di fare ecografie e ecografie che rimandano la diagnosi a un’altra mammografia in un balletto infinito (se c’è qualcuna che abbia trovato scritto sul referto di una lastra qualcosa che faccia pensare al cancro, per favore, mi scriva. Penso meriti la pubblicazione. Nel mio caso la parola più brutta era micro-calcificazioni (ho appreso, poi, che possono esserci senza tumore). Non ho mai letto riferimenti a neoplasie o carcinomi e quando chiedevo lumi mi veniva risposto che “l’interpretazione spetta al medico”.

Non fidatevi del non-linguaggio, tutto quello che i medici conoscono lo possiamo sapere anche noi, basta che ce lo spieghino.

Non fidatevi di quella mano esperta che tocca un nodulo al seno e vi dice: è benigno perché si muove. Il mio cancro si muoveva benissimo.

Non fidatevi di chi vi dice sei giovane, sei magra (non fumi, non bevi) perciò non rischi.

Non fidatevi di chi vi dice che gravidanze e allattamento proteggono dal tumore al seno. Ci sono casi di tumore anche nel periodo della gestazione.

Non fidatevi se avete 49 anni, siete vicine alla menopausa e vi consigliano una dose di ormoni  giornaliera (pare si usi ancora…) “per prevenire l’osteoporosi e avere la pelle bella”. Basta rispondere: ho le ossa e la pelle di una 49enne e non voglio rischiare il cancro. Quanto all’osteoporosi il modo migliore per prevenirla è: camminare, camminare, camminare. Se siete magre aggiungete uno zaino in spalla per “forzare” le articolazioni.   È una delle sagge raccomandazioni  che il professor Franco Berrino dell’istituto tumori di Milano dispensa alle donne che  partecipano al progetto Diana per prevenire le recidive. (Oltre a quella di evitare i formaggi, l’eccesso di grassi animali sottrae calcio alle ossa, non è vero che ne aggiunge. Per prevenire l’osteoporosi meglio mangiare verdure, legumi e zuppa di pesce con lische tritate).

Non sono 10 regole, sono solo 7 ma sono sicura che completerò presto il decalogo.

 

 

 

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