Adoro il venerdì. Da quando ho ripreso a lavorare dopo il mio inverno horribilis (dall’ottobre 2007 al giugno 2008, c’è in mezzo pure la primavera) sono diventata giornalista part-time. Il che ha comportato una nuova rotazione degli impegni, due giornate feriali libere tutte per me (non proprio per intero…) e i fine settimana da poter dedicare al principe e alle principesse. Il tumore mi ha regalato questa dimensione ottimale nella quale galleggio da quattro anni,  lavoro in redazione con entusiasmo e senza sensi di colpa, recupero le energie, vigilo sulle principesse che crescono…

Il venerdì, dicevo. Dopo i tragitti casa- scuola mi concedo una corsa,  talvolta in compagnia di Michael (Bublè) , altre volte con una compilation anni ’80 di sottofondo che ha il potere di riportarmi alla mia adolescenza, come una madeleinette… Stamattina però l’Mp3 era scarico, di notte era scesa la neve, un soffice strato che calpestato pareva croccante, zero ghiaccio, biancore e silenzio ovattato intorno, che magica coincidenza non aver avuto la musica proprio stamattina…

Adoro il venerdì. La principessa grande esce da scuola alle due. In prima media, a questo punto dell’anno, è vie-ta-to che una mamma si presenti all’uscita, si rischia di rompere quel delicato equilibrio di autostima-autonomia-eccetera, così io e la principessa ci incontriamo a metà strada. Ma oggi c’era la neve, puntuale l’sms mi avverte “Mi fermo per la battaglia con i maschi…!” di botto torno indietro nel tempo,  anch’io battagliavo con i maschi e in prima linea...

Il venerdì, dicevo. Vado o non vado? Se vado assisto alla battaglia e passo per impicciona. E se non vado e lei tarda (eccome se tarda…)? E se poi qualcuno si fa male? Mi avvicino silenziosa al giardinetto della battaglia, la principessa mi regala il suo largo sorriso (non si vergogna!), resto defilata dietro il chiosco dell’edicola, sbircio non vista, penso che la vita è una ruota che gira… sto bene ingolfata nei miei pensieri, ho tutto il tempo di sistemarli, è venerdì… adoro il venerdì…