Quanto fumo… ma l’arrosto?
Vi riporto una notizia interessante nonostante si parli di prevenzione (del tumore al polmone) usando radiazioni.
Sta per partire Cosmos 2 (Continuous Observation of Smoking Subjects), la seconda fase del progetto dell’Istituto europeo di Oncologia per individuare il tumore al polmone quando è ancora agli stadi iniziali. Alle persone considerate “a rischio ” (ne verranno chiamate 10mila nei prossimi 5 anni, da Milano, Firenze, Roma, Pescara e Palermo) verrà fatta una Tac spirale a basso dosaggio (“radiazioni inferiori di 10 volte rispetto alle normali tac” garantisce il direttore della Radiologia dello Ieo Massimo Bellomi) e un prelievo di sangue per cercare i marcatori tumorali, le molecole micro Rna. Entrambi gli esami una volta all’anno. In questo modo si riescono a individuare lesioni tumorali microscopiche.
Il progetto Cosmos 1 è iniziato nel Duemila, allo Ieo, con i primi mille volontari, nel 2004 sono state coinvolte altre 5.000 persone. Erano tutti forti fumatori, o ex fumatori, (che hanno smesso da meno di dieci anni) con più di 50 anni e che hanno fumato almeno un pacchetto di sigarette al giorno per 20 anni.
Risultati: In questo gruppo tenuto sotto controllo, la scoperta dei tumori in fase avanzata (che normalmente si aggira attorno al 75% poiché è un cancro che non dà sintomi) è scesa al 20%. Gli esperti fanno notare che quando si individua un tumore al polmone in fase avanzata la sopravvivenza è del 15%.
Nel dettaglio: sono stati trovati 297 tumori in 10 anni. Stadio I nel 76%, stadio II nel 5%, stadio III nel 12% e stadio IV nel 7%. L’89% dei tumori è stato risolto con la chirurgia in modo radicale, il 33% ha fatto chemioterapia, il 64% solo intervento.
Prima di trarre le conclusioni, qualche altro dato. La Cina ha appena pubblicato il suo primo rapporto ufficiale sui danni da fumo (e chissà perché nessuno in Cina ha mai scritto prima?). È fra i più grandi produttori di tabacco ma è diventata anche il primo consumatore: oltre un milione di cinesi muoiono ogni anno per malattie legate al fumo.
Nel frattempo in California alcune associazioni impegnate nella lotta contro il cancro hanno chiesto al governo di imporre ai produttori di sigarette una tassa di un dollaro su ogni pacchetto per finanziare la ricerca sui tumori. Pur di fermare questa manovra i colossi del tabacco hanno investito altro denaro, si parla di 47 milioni di dollari in pubblicità. Pare che l’operazione mediatica abbia portato frutto, prima c’era il quasi il 70% dei californiani favorevole alla manovra, ora soltanto il 53%…
Mi chiedo quale tipo di spot sia riuscito a plasmare le coscienze, mi chiedo come si possa accettare il monopolio di stato delle sigarette senza muovere un dito (e quando poi si è diventati schiavi del fumo andarsi a fare la Tac a basso dosaggio…). Mi chiedo anche come spiegare a un bambino che la Costituzione del nostro Paese difende il diritto alla salute (a parole) ma poi di fatto, con un’altra mano, ci allunga il veleno…. me lo chiedo.