Nuova tappa del mio viaggio. Sabato c’ ero anch’io, a Bologna, al congresso della Fondazione Di Bella, “Evidenze scientifiche non valorizzate in oncoterapia”.

Mamma che ci vai a fare? Non dovresti più lavorare il sabato… Hai ragione, amore: non ci vado per lavoro. Ci vado perché mi interessa

Ero seduta in mezzo a un pediatra scettico e a una coppia di Torino, marito e moglie. Alle mie spalle il gioioso gruppo di Facebook guidato da Elena Pasini e Rossella Quattrone. Grazie a loro, i malati si scambiano esperienze e informazioni, che magnifica invenzione, la rete.

L’accoglienza è un lungo abbraccio, anche se non ci siamo mai visti prima.  Nei loro occhi cerco risposte alle mie domande.

Ho imparato che: il cancro non arriva “da fuori” come un virus o come un proiettile, il cancro siamo noi (Fernando Brivio, ospedale Bassini, Milano). Tutta la chimica interna è stravolta dal tumore: gli ormoni, il sangue, il sistema immunitario.

Ho imparato che: il nostro corpo contiene già molecole antitumorali e che un medico non dovrebbe mai dire “non c’è più nulla da fare” perché anche un malato terminale ha diritto a ricevere quelle sostanze endocrine (che quando è malato gli mancano) in grado di alleviargli  i dolori (Paolo Lissoni, Policlinico di Monza).

Ho imparato che: un bravo medico non dovrebbe preoccuparsi solo di un pezzetto di noi ma di tutto quanto il nostro corpo (e la nostra mente).

Ho imparato che: le cellule tumorali hanno scoperto il segreto dell’immortalità, non muoiono mai. E che un cancro non si può curare con un farmaco solo (Giuseppe Di Bella). Ci ammaliamo di tumore quando dentro di noi prevale il disordine: le cellule crescono in maniera incontrollata, non riescono a differenziarsi e quel qualcosa che le dovrebbe bloccare (onco-soppressori) non funziona bene. La terapia biologica agisce sui codici della vita, fermando quelle spinte alla crescita che sono “potenze della natura”: l’ormone GH (e correlati), la prolattina (oltre agli ormoni maschili e femminili) e favorendo la crescita sana.

Ho imparato che: la chemioterapia alle dosi standard è decisamente tossica (infatti chi ha insufficienza renale o disturbi al cuore non può permettersela) ma un centesimo di  chemioterapico provoca l’apoptosi delle cellule maligne (ossia ripristina il naturale ciclo nascita-morte di ogni cellula sana).

Ho imparato che: in natura ci sono sostanze come la vitamina D, la melatonina, l’acido transretinoico che promuovono la differenziazione delle cellule e se una di queste prende la strada sbagliata (crescita indifferenziata) le molecole ristabiliscono l’equilibrio.

Ho imparato che: la somatostatina inibisce con forza la crescita del tumore indipendentemente dai recettori delle cellule (per noi profani: i recettori sono le porte che favoriscono l’ingresso delle sostanze) perché agisce sui recettori dei vasi sanguigni e – aimè – ho appreso anche che il test che si fa nei laboratori per individuare i recettori può sbagliare nel 50% dei casi!

Ho imparato che: per curare un tumore chimica e matematica sono indispensabili. Ma anche un po’ di filosofia non guasta (l’approfondimento del particolare non può oscurare la visione d’insieme).

Ho imparato che: il rigore scientifico è racchiuso in queste formule matematiche, ogni sostanza ha un suo perché e un suo effetto (eppure a noi malati di tumore capita quasi sempre uno specialista che fa spallucce di fronte alle domande fondamentali “chi può dire se… il cancro tornerà”, “chi può dire se questo farmaco funziona”? Per gli oncologi la medicina non è una scienza esatta e la reazione di ciascuno è imprevedibile…)

Perché sei qui? Mi chiede Alessia, 42 anni veterinaria. Rispondo che sto “forzando” la mia vocazione. Per lavoro devo scrivere articoli comprensibili e se tratto di un argomento dibattuto devo riportare due posizioni opposte. Il lettore deve farsi una sua opinione, non cercare la mia. Però con la vicenda Di Bella è successa una cosa curiosa (e la curiosità è l’anima del giornalismo). Da un lato raccoglievo testimonianze e cartelle cliniche di tumori rimpiccioliti fino a scomparire, dall’altro ascoltavo specialisti che dicevano che il metodo Di Bella è una“cialtronata”, funziona come l“oroscopo”, , “la sperimentazione di 15 anni fa decretò che ha effetto placebo” oppure “ mostrò che è tossica”. Insomma, la classica provocazione che stuzzica la curiosità. E se poi la “curiosa” ha avuto un tumore…eccola qui.

Ciao sono Teresa volevo ringraziarti…

Ciao sono Simona anch’io ti devo dire grazie…

Teresa ha 36 anni, nel 2010 ne aveva 34, le trovarono un tumore al seno più avanzato del mio, avrebbe dovuto fare 4 cicli di chemioterapia prima e altrettanti dopo un intervento radicale. Non ha fatto nulla, è in cura con la Di Bella e ha esami che attestano progressivi miglioramenti. Simona ha avuto un raro linfoma, (“ non ce la facevo a far la doccia” racconta) ora è una leonessa. C’era anche Franca – anche lei tumore al seno non operato e referti che attestano regressioni – non ci siamo viste, vuol dire che ci sarà un’altra volta, siamo come acqua in vasi comunicanti.

 Care Teresa, Anna-fiordaliso, Simona, Franca (e caro Bruno) ora capite perché anch’io vi devo dire grazie.

Mamma, è stato interessante? Cosa hai scoperto? 

 

 

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