Un’alternativa alla biopsia, non invasiva. Funziona come un velcro: “cattura” le cellule tumorali circolanti nel sangue (prima che riescano a colonizzare altri organi) e permette di studiarle.

Il dispositivo è una sorta di nano-filtro messo a punto  da ricercatori giapponesi dell’istituto Riken in collaborazione con l’università della California a Los Angeles.  I risultati del lavoro sono stati pubblicati sulla rivista Advanced Materials.

Il velcro molecolare, prodotto grazie alle nanotecnologie, misura pochi milionesimi di millimetro e funziona  proprio come un filtro. Contiene una particolare molecola capace di attaccarsi alle cellule tumorali circolanti nel sangue e di separarle con un’efficacia compresa tra il 40 e il 70%.

La cattura è possibile grazie a polimeri sensibili alla temperatura disposti come i denti di una spazzola: alla temperatura corporea di 37 gradi questi polimeri intrappolano le cellule tumorali, mentre a 4 gradi le rilasciano intatte consentendo ai ricercatori di esaminarle nel dettaglio.

“Finora diversi dispositivi si sono dimostrati capaci di catturare le cellule tumorali circolanti con un’elevata efficienza, ma – spiega il coordinatore dello studio Hsiao-hua Yu – è ugualmente importante che siano in grado di rilasciare le cellule intatte per poterle studiare ricavando preziose informazioni. Questa è la caratteristica che distingue il nostro dispositivo”.

La scoperta potrebbe essere  utilizzata sia per la diagnosi delle neoplasie, che per scoprire come si diffonde il cancro metastatico.

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