Una giovane lettrice mi scrive e si racconta…

Vi lascio meditare sulle sue parole

Sono una studentessa universitaria e lavoratrice: faccio la babysitter part-time. Ho 28 anni e vivo in provincia di Firenze. Da tempo, sto riflettendo sulla possibilità di cambiare la mia dieta, avvicinandomi alla scelta vegetariana, che ritengo più giusta da un punto di vista etico, ecologico e salutistico. Facendo una serie di ricerche in rete, mi sono imbattuta casualmente nel suo blog che ho trovato molto interessante perchè penso che permetta alla gente comune di “informarsi“, ovvero di prendere atto di ciò che accade realmente nel mondo medico e in quello farmaceutico, dominato dalle leggi del mercato e dal dio denaro.

Nel 1999 ho perso mio padre a causa di una leucemia mieloide. All’epoca ero soltanto una ragazzina di 14 anni, all’inizio del tortuoso percorso adolescenziale e non sapevo neppure cosa fosse la “leucemia”. Mia madre ha tenuto all’oscuro me e mio fratello della gravità della malattia, pensando di preservarci dal dolore, sino a quando mio padre “non è stato meglio”, ovvero ha smesso di soffrire nello stesso istante in cui ha smesso di respirare.

Sicuramente questo episodio ha segnato in modo inequivocabile la mia esistenza, aprendo un varco a quella forte sensibilità che ancora oggi nutro per le persone malate di cancro, malattia che ho imparato a conoscere in seguito, cercando di approfondire da sola, leggendo libri, riviste, informazioni on line, forse nella stupida speranza di colmare quel vuoto che la mancanza di mio padre mi ha lasciato; come se potessi creare una nuova speranza di guarigione per un malato, che in realtà non c’è più.

Altre volte, quando una persona così vicina ha incontrato la malattia, si ha paura che essa si ripresenti nuovamente nella propria famiglia, bussando alla mia porta oppure a quella dei miei cari. Lei saprà benissimo di cosa sto parlando e forse, penso che sia più facile dare libero sfogo a questi pensieri ad una persona estranea che ha lottato tenacemente per combattere “l’intruso” piuttosto che alla propria madre, con la quale si teme di far affiorare ricordi distruttivi, pertanto ognuno si trincera nei propri silenzi, lasciando che la vita scorra come un fiume inesorabile, spazzando via quello che si cerca di dimenticare, ma che, inevitabilmente, affiora nella corrente, traghettando verso la riva ricordi sgualciti, ma perfettamente intatti, pronti a irrompere violentemente nella quotidianità, nei momenti più impensati, sottolineandoti il dolore passato, ma talmente presente che si potrebbe quasi toccare con le mani.

Anch’io, come le Sue innumerevoli lettrici, vorrei ringraziarLa per il Suo blog che permette alle donne malate, ma non solo, anche a chi vive avendo la fortuna di non aver mai incontrato il cancro, di sapere che:
ESISTE uno stile di vita sano, garanzia di benessere fisico e psichico, basta informarsi e decidere di cambiare le proprie abitudini considerate scorrette;

è NECESSARIO lottare contro il cancro con armi efficaci che non si limitino ad arretrare l’avanzata di questo terribile nemico, bensì armi che riescano a debellarlo, in quanto nella battaglia successiva, esso potrebbe ritornare più forte di come si presentava inizialmente.

GRAZIE
Cordiali saluti e buon lavoro

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