Ricercatori dell’Accademia Sinica di Taiwan hanno individuato otto geni in grado di influenzare l’efficacia della chemioterapia. Sono geni coinvolti nella proliferazione cellulare, caratteristica delle cellule tumorali.

Osservando e confrontando l’attivazione di ognuno dei geni in differenti linee cellulari in risposta a novantanove farmaci anti-cancro, gli studiosi sono arrivati  a pochi geni che potrebbero influenzare i risultati della chemioterapia.

Il responsabile della ricerca pubblicata sulla rivista BMC Medicine,  Ker-Chau Li, ha spiegato che “l’attivazione di questi otto geni è correlata alla riuscita della chemioterapia, così come quella del recettore per il fattore di crescita EGF.

Abbiamo inoltre scoperto che alcuni ‘geni di proliferazione’ posseggono modelli unici di espressione che riflettono le differenti risposte cellulari a ciascuno degli agenti chemioterapici considerati. Gli effetti maggiori sono stati rilevati in cinque farmaci: paclitaxel, docetaxel, erlotinib, everolimus e dasatinib” ha precisato Ker-Chau Li.

Su Pub Med non c’è ancora traccia del lavoro, la sintesi è stata fatta poco fa dall’Agi.

Pensate che bello poter rispondere all’oncologo: “Caro dottore, visto che non ho i recettori dell’efficacia della chemio,  rinuncio a questa costosissima cura. In cambio le chiedo un bonus da spendere per un’altra terapia”. 

E se, grazie a questi geni, si dimostrasse la nostra chemioresistenza in prima linea, cosa ci verrebbe consigliato in alternativa?

E se la chemio l’abbiamo fatta ignorando la situazione dei nostri geni (a spese del sistema sanitario) non è come aver preso un farmaco off-label (fuori indicazione)?

E perchè la somatostatina non ci viene rimborsata perchè è off label e la chemio off label invece sì?

 

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