Riflettiamo sul caso del bimbo inglese gravemente malato che i genitori hanno portato via dall’ospedale di Southampton per curarlo in un modo diverso.

La storia è finita su tutte le tivù, i giornali e i siti web. Il bimbo, Ashya, 5 anni, ha un tumore al cervello e con le terapie tradizionali non migliora. Mamma e papà vorrebbero provare a curare il loro figlio con la radioterapia a fasci protonici che si applica a Praga. Il “Proton Therapy Center” della Repubblica Ceca, esaminate le cartelle del piccolo, valuta che la terapia può essere fatta, i genitori decidono allora di vendere una proprietà in Spagna per mettere insieme il denaro necessario visto che il centro è privato, ma… qualcuno si oppone. Appena la famigliola esce dall’ospedale scattano inseguimento e cattura. Fino all’arresto su mandato della procura britannica.

La denuncia è partita dall’ospedale.  Le “autorità sanitarie” non hanno gradito la libera scelta di due genitori sani di mente e amorevoli. E hanno fatto il possibile per impedirla. Così, il comune di Portsmouth, dove la famigliola risiede, ha brigato in fretta e furia per togliere ai genitori la patria potestà e il piccolo Ashya risulta tuttora affidato ai servizi sociali.

Il problema resta, nonostante l’interessamento del premier britannico David Cameron abbia fatto sì che i genitori venissero scarcerati immediatamente. Le ultime notizie, un’ Ansa di poco fa, dicono che i genitori hanno potuto riabbracciare il piccolo ricoverato in un ospedale a Malaga ma non possono farlo uscire da lì fino a quando non sarà risolta la questione della tutela, si spera lunedì. Onore comunque al primo ministro inglese, coraggioso e dal cuore che batte ancora (ha perso un bimbo all’età di sei anni).

Ma il nocciolo è qui. Il sito del Guardian riferisce che l’alta corte impedisce ai genitori di portare il piccolo a Praga, “prima di aver fatto la chemioterapia”.

Per associazione non ho potuto non pensare a come si sta comportando il nostro primo ministro Matteo Renzi (non vede, non sente, non agisce) davanti alle suppliche di un’altra famiglia “resa prigioniera” dai diktat sanitari. Guido e Caterina De Barros – ma sono decine in realtà i genitori – costretti a vedere i loro figli soffrire, senza il sollievo delle cellule staminali Stamina, dapprima concesse e poi negate, perché qualcuno ha deciso al posto loro.

A chi abbiamo delegato la nostra salute? Siamo consapevoli  di quello che continuiamo a permettere? Perché le cellule di mamma e papà obbligatoriamente no e la chemioterapia obbligatoriamente sì? (sennò via la patria potestà). Senza nemmeno guardare al principio del non nuocere, cardine del buon senso e della vera medicina.  Perché l’eutanasia sì e la radioterapia diversa no? Perché l’eterologa va ammessa senza una legge e Stamina, che ha ben due leggi a favore (la compassionevole e la Balduzzi) no? Perché la ricerca sugli embrioni sì e la terapia con le staminali adulte no? Sono questi i diritti civili?

Cari amici del blog concludo con un appello. Fra i padroni del mondo ci sono anche i fanatici che uccidono nel nome di un dio che non può essere Dio. Vi invito a leggere l’editoriale di Marcello Veneziani uscito quest’oggi. Qui. E vi invito anche a sostenere la campagna che il mio giornale ha intrapreso a favore di un reportage di guerra per far conoscere la situazione dei cristiani perseguitati in Siria, Iraq, Nigeria e Pakistan. Cliccate qui.

 

 

 

 

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