L’Oms ha proclamato una nuova emergenza mondiale. Il comitato di esperti che si è riunito nei giorni scorsi a Ginevra ha stabilito che “il virus Zika si propaga in maniera esplosiva” e, per fermarlo, “occorre uno sforzo internazionale”.

Qual è il pericolo? Il virus potrebbe essere il responsabile delle gravi malformazioni nei neonati che si sono succedute in maniera impressionante in Sudamerica negli ultimi mesi. Ma la stessa Oms non è certa del legame fra l’incidenza di bimbi microcefali e la presenza di questo virus. “Non sappiamo quanto ci vorrà per trovare il collegamento” ha dichiarato David Heymann a capo del comitato di emergenza.

Intanto, a dispetto della verità scientifica, il tam tam è scattato, la paura agitata (“chi ha in programma una gravidanza non venga alle Olimpiadi o rimandi le vacanze nei 28 Paesi interessati, dal Messico a Capo verde al Brasile” o ancora: “La zanzara tigre potrebbe trasmettere l’infezione in Italia” hanno messo in guardia gli stessi esperti dell’Oms).

Il virus Zika è stato isolato per la prima volta nel 1947 in una foresta dell’Uganda – che ha dato il nome al virus – ed è trasmesso all’uomo dalla zanzara Aedes aegypti.
Provoca un’infezione che nell’80% dei casi ha un decorso asintomatico. Quando compaiono, i sintomi sono quelli di una lieve malattia esantematica: febbre e dolori articolari (rarissime le complicazioni neurologiche, possibili sindromi di Guillame Barrè, contestate da alcuni ricercatori).

Ora però, visto il triste bilancio di aborti e di bimbi malformati in Brasile, Zika è diventato “pericoloso per le donne in gravidanza”.
Dall’ottobre 2015 al gennaio 2016 sono stati segnalati 4.180 casi di microcefalia (nel 2014 i casi furono solo 150; fonte Nature).

Trovate tracce di virus soltanto in sei casi (!) di microcefalia.

Leggiamo il report del Ministero della salute brasiliano. Cliccate qui.

Dei 4.180 casi di microcefalia sospetta da gennaio, ne sono stati esaminati accuratamente 732 e ne sono stati scartati 462. Significa che 270 sono state le diagnosi sbagliate (!), più di due terzi. E, solo in 6 sono state trovate tracce di Zika.

“Non è chiaro come sia stata riscontrata la presenza del virus – riflette Fabio Franchi, infettivologo – poichè, una volta guariti dalla malattia, nel corpo restano anticorpi che spesso cross reagiscono con quelli della Dengue, endemica in quelle regioni”.

Ma 6 su 462 è un numero ridicolo…

“L’ipotesi virale è quanto mai fragile; occorrerebbero studi prospettici – come suggerisce ECLAM (Latin American Collaborative Study of Congenital Malformations) proprio a causa della difficoltà retrospettiva di determinare l’esposizione di un caso con certezza. La necessità di svolgere studi epidemiologici adeguati è stata ribadita anche da Anne Schuchat, vice direttore dei Cdc su Scientific American. Cliccate qui. Ė fondamentale, ricorda Schuchat, monitorare le donne in gravidanza per vedere a cosa sono state esposte…”

Eppure si sta lavorando a un vaccino di fase uno. Lo hanno annunciato allo Spallanzani di Roma. Cliccate qui e ascoltate l’intervista in video. Secondo il Daily Mail il vaccino sarà pronto in ottobre. In queste ultime ore le autorità sanitarie texane hanno precisato che il virus è trasmissibile sessualmente, tracce di Zika sono state trovate in una persona rientrata dal Venezuela. E dunque scatterà la raccolta fondi “per programmi destinati a limitare la diffusione del virus”.

“Prima di pensare a un vaccino bisognerebbe capire se questo potrà essere utile – aggiunge Franchi – Le perplessità sul collegamento virus-malformazioni sono espresse sia dai Cdc americani che dall’Ecdc europeo oltre che dall’Oms”.

Sono state formulate altre ipotesi per dare ragione delle malformazioni?

“Sul sito dei CDC si legge che che la microcefalia può derivare sia da infezioni in gravidanza, sia da agenti tossici e farmaci. Ricordiamo che verso la fine del 2014 iniziò proprio in Brasile una estesa campagna vaccinale per le donne in gravidanza con dTpa (anti difterite, tetano, pertosse) promossa dall’Oms. Fu la stessa Casa produttrice a segnalare possibili effetti collaterali neurologici e scarsa sperimentazione sulla sicurezza in gravidanza, il periodo più delicato”.

E nonostante ciò i vaccini vennero dati alle donne incinte…!

“Infatti, qualcuno dei fanatici antivaccinisti potrebbe addirittura pensar male: che sia Zika il modo per sviare l’attenzione dalla campagna vaccinale per le donne in gravidanza e che precedette l’epidemia di bimbi malformati? Ma noi rifiutiamo le facili associazioni e vorremmo solo che gli scienziati prima facciano chiarezza battendo ogni strada, ed evitino di andare subito a conclusioni errate, alimentando l’amplificazione mediatica. Perciò al momento la frettolosa colpevolizzazione di “Zika” mal si concilia con un approccio scientifico”.
Leggete per esteso l’articolo di Fabio Franchi su AsSis.
diffusione zika

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