Oggi parliamo di studi scientifici. Quante volte abbiamo sentito la frase: “Lo dice la scienza” come a dire: “L’argomento non si discute”. Sono affermazioni umane, troppo umane. Ben lontane da quella Scienza che produce conoscenza e progresso e si nutre di interrogativi.

A ben guardare, nulla di nuovo. In ogni epoca vi sono stati uomini che si sono fatti scudo del proprio sapere, “noi dotti sì e voialtri no”.

Gli studi di cui parliamo oggi sono un piccolo esempio di come si cerchi di “tirare la Scienza per la giacchetta”.

Vaccini e autismo.

Leggiamo l’articolo uscito ieri,  7 giugno, su Il Piccolo. A firmarlo è l’infettivologo Fabio Franchi. Si ripercorre la storia del falso studio pubblicato nel 1998 su Lancet. Il medico inglese Andrew Wakefield aveva fatto credere che vi potesse essere una relazione fra l’autismo e il vaccino trivalente (morbillo, rosolia, pertosse). Fu sbugiardato, la pubblicazione venne ritirata e l’autore radiato dall’albo. Quanti conoscono questa storia? Quasi tutti (è uno dei cavalli di battaglia per convincere le famiglie reticenti a vaccinare i propri figli). Non si sa ancora perché insorga l’autismo ma si è certi che non vi sia un legame con il vaccino trivalente.

E quanti invece ricordano un altro studio manipolato nientemeno che da un funzionario del Cdc (Centre for Disease Control and Prevention)? – ricorda Franchi- Nessuno. Eppure il ricercatore, William Thompson, confessò pubblicamente di aver truccato l’indagine: un’anamnesi vaccinale su 2.448 bambini di cui 624 autistici, apparso su Pediatrics nel 2004. Si concluse con l’assenza di correlazione fra autismo e vaccini. Qui. Eppure Thompson dichiarò, due anni fa, di aver eliminato i dati scomodi capaci di ribaltare la tesi ufficiale ma il lavoro non è stato ritirato e l’autore non è stato radiato (vuoto di microfoni e taccuini attorno…)

Ops, Franchi ricorda che il Cdc è il centro che si occupa di sicurezza dei vaccini a livello mondiale. “Quel che è  grave – dichiara Franchi – è che si trattò di frode concordata o tollerata dai vertici dei Cdc che erano stati messi al corrente. E quel che aggiunge gravità è che gli stessi autori hanno pubblicato altri studi sulla correlazione vaccini-autismo e non fu mai trovata una relazione. Una situazione del genere scuote la credibilità e intacca la serietà di tutta la struttura…”. Cliccate qui.

Cellule staminali

Quando c’era bisogno di togliere di mezzo Stamina, nel nome della Scienza, si giurò e spergiurò che le cellule staminali mesenchimali non si sarebbero potute trasformare in neuroni. Abbiamo sentito scienziati gridare in televisione i loro dogmi, visto il ministro imporre lo stop delle terapie e incrociato la disperazione di tanta gente, Dio solo sa quanta. Eppure, era una bugia: queste cellule, ricavate dallo stroma osseo, opportunamente lavorate, sono in grado di attenuare o risolvere molti disturbi da malattie neurodegenerative. Cliccate qui. E oggi? Cliccate qui: le stesse cellule iniettate nel cervello si sono dimostrate capaci di ridurre i danni da ictus. Qui, invece, sono impiegate nel ridurre i danni da sclerosi multipla.

Curioso che, oggi, la stampa scientificamente corretta, non scriva più che “Stamina è una truffa perché le staminali mesenchimali si trasformano solo in ossa” ma che “è una truffa perché, in Stamina, le staminali erano presunte” (et voilà tutte le analisi dell’ospedale Civili di Brescia assurgono a fanta-scienza). Qui.

Omeopatia 

Lo studio che, secondo alcuni scienziati, avrebbe dovuto affossare definitivamente l’Omeopatia è quello apparso su Lancet nel 2005, dal titolo Are the clinical effects of homeopathy placebo effects? Annunciato ai quattro venti, ebbe anche un editoriale – non firmato – inserito ad amplificarne l’effetto. Nel poderoso lavoro venne annunciato un confronto fra 110 studi di medicina allopatica contro placebo e altrettanti di omeopatia contro placebo ma alla fine le conclusioni sono state tratte guardando a 14 studi super-selezionati (8 omeopatici e 6 allopatici).

Ebbene: dove sono questi studi?

Non si riescono a trovare, non sono citati nel testo dell’articolo e non compaiono nella bibliografia (invito i miei lettori super attenti a recuperali). Pare incredibile: è scorrettissimo non permettere di accedere alle fonti e come si fa a condurre una meta-analisi su articoli non dichiarati?

È stato, fra gli altri, il professor George Lewith (European Committee for Homeopathy) dell’Università di Southampton, UK, nel 2008, a mettere il dito nella piaga: “La review di Lancet non ha fornito indicazioni precise di quali trial siano stati analizzati. Questa non è prassi  normale nella valutazione scientifica“.

Chi sono gli autori del lavoro che suggella la fine dell’Omeopatia?

Ci può bastare sapere che la prima firmataria, Aijing Shang, l’anno dopo la pubblicazione su Lancet è stata assunta alla Roche di Basilea.

La scienza è ricerca della Verità. Ma la verità non è Verità certa. (Karl Popper)

 

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