Nuovi ghetti a scuola
Ricevo da una mamma milanese una lettera che rispecchia il caos che le scuole stanno vivendo in questi giorni in attesa di capire le nuove regole sui vaccini.
L’antefatto.
Il tutto è effetto di una legge approvata con estrema fretta, figlia di un decreto d’urgenza dall’urgenza non giustificata. È stato usato a pretesto il morbillo, però, pagando da 100 a 500 euro, chi ha più di sei anni, non è più pericoloso (!) ed è esente dal vaccino.
È stato usato a pretesto il morbillo, così, solo in Italia, sono diventate obbligatorie 10 vaccinazioni (senza spiegazioni) ma si devono vaccinare unicamente i lattanti e i ragazzi fino a 16 anni, non le maestre, i bidelli, i presidi, i cuochi, gli scodellatori, i professori, i guidatori di autobus, gli infermieri, i medici, i genitori, i nonni, i sindaci, i consiglieri comunali e regionali, i parlamentari o i ministri.
Insomma, dai 17 anni in su, siamo tutti inspiegabilmente protetti, non corriamo alcun pericolo, nè di infettarci col morbillo nè con le altre 9 terribili malattie, perciò siamo esonerati dal versare l’obolo di 100 / 500 euro.
La legge capestro non precisa quando gli studenti iscritti a scuola devono essere a norma con le vaccinazioni. Il buon senso farebbe credere che vi sia un tempo utile a mettersi in regola, invece no.
Per non lasciar credere che si possa frequentare un asilo anche solo “per 40 giorni” senza aver fatto tutti i vaccini e i richiami, ecco le circolari “cogenti” da parte del ministero della Salute e da quello dell’Istruzione. Ognuna di queste aggiunge un particolare inedito, si ribadiscono obblighi, sanzioni ed esclusioni in barba alle violazioni della privacy tanto da costringere il Garante a intervenire. Se gli studenti sieropositivi da HIV e i malati di epatite sono tutelati e siedono in classe senza che nessuno li metta all’indice, allo stesso modo, le Asl non possono comunicare alle scuole i dati sensibili che riguardano allievi sani ma non vaccinati contro il morbillo o la rosolia.
Può una circolare dettar legge sopra la legge?
E una legge può fare a pugni con la Costituzione?
La Costituzione ha stabilito che siano le Regioni a legiferare in materia sanitaria. Tralascio che la nostra Lombardia è stata costretta a ribaltare più volte le proprie scelte di libertà e autonomia a riguardo. La prima dopo che in Conferenza Stato Regioni obbiettò contro l’obbligo vaccinale; la seconda l’altro giorno, quando valutò di lasciare 40 giorni alle famiglie per mettersi in regola ma fu poi richiamata all’ordine. Il magistrato Ferdinando Imposimato, presidente onorario della Suprema Corte di Cassazione, ha definito la situazione “un guazzabuglio dovuto all’analfabetismo dei governanti che ignorano la Costituzione”.
Il presidente del Veneto Luca Zaia, al contrario, dimostra di conoscere bene la Costituzione: ha fatto ricorso alla Corte Costituzionale contro la legge Lorenzin e chiesto una sospensiva al Tar in vista dell’apertura delle scuole.
La scelta del non obbligo vaccinale intrapresa dal Veneto nel 2008, accompagnata dai colloqui con le famiglie e dalle segnalazioni di eventi avversi, ha prodotti risultati unici. Che sarebbero da emulare e non da affossare. Qui il ricorso.
La lettera di una mamma.
La Preside della media di mia figlia mi ha convocata per la “questione vaccini”. Le ho risposto che recupererò i documenti originali che si sono persi (che testimoniano quelli fatti quando ero totalmente ignorante in materia) e che la sottoporrò subito a esami del sangue, per dimostrare le malattie che ha già fatto e che – dunque – non richiedono ulteriore inoculazione di antigeni e adiuvanti tossici (l’ alluminio che può creare sofferenza cerebrale, il polisorbato 80 che può rendere sterili, eccetera eccetera).
Le ho inoltre fatto presente che, nel corso dell’anno scorso, nonostante le svariate epidemie, Sofia non si è ammalata una sola volta e che, essendo figlia di una malata di cancro, per lei risulta rischiosissimo sottoporsi a vaccini che si sono dimostrati pieni di metalli pesanti e parti di Dna non umano (vedi colture di crescita cellulari, cellule fetali, di porco, di rene di scimmia).
Mi è stato risposto che sarà spostata di Sezione, per evitare che entri in contatto con una sua compagna immunodepressa. Compagna che, però, lei l’anno scorso ha ovviamente frequentato quotidianamente, dato che ancora non esisteva questa legge – approvata tramite un decreto di urgenza pur in assenza di epidemie – che danneggia tutti tranne le tasche delle case farmaceutiche e del nostro Governo non legittimato a governare.
Nella mia email di risposta, ho chiuso così:
Mi chiedo – dato che Sofia ha frequentato la prima Classe con i suoi Compagni senza mai ammalarsi – come possa essere diventata pericolosa adesso, agli occhi di una Legge che è tutto fuorché finalizzata a salvaguardare la nostra salute. E, sinceramente, il fatto che venga trattata da “lebbrosa” e spostata in altra Sezione, mi sembra un atteggiamento non conforme a quanto la vostra scuola proclama di essere.
Ditemi… potrà partecipare alla gita iniziale? Potrà frequentare la mensa? E i laboratori pomeridiani? Dovremo per caso vestirla con una tuta al titanio?
Così verrà messa all’indice?