Il ministero della Salute calcola che negli ultimi otto mesi ci siano stati 43.589 morti di Covid. I dati si riferiscono al periodo 11 marzo-12 novembre. 

Abbiamo chiesto all’epidemiologo Stefano Petti di spiegarci quanto incidono questi decessi su tutte le morti.

“Il numero dei decessi totali del 2020, in Italia, sarà disponibile solo fra un paio d’anni. Per capire il peso del Covid sulla mortalità generale possiamo fare riferimento all’ultimo anno utile, che è il 2017. Soltanto i dati relativi al Covid sono aggiornati al 2020, ma è un fatto insolito. Non è mai accaduto, infatti, che si registrassero in tempo reale i morti totali per una determinata causa.

Ma accogliamo questa anomalia. Allo stesso modo accettiamo che nel novero dei decessi Covid ci siano anche i casi probabili, le malattie simil Covid con tampone negativo e i morti con varie patologie gravi (come la demenza, quinta causa di decessi nel mondo o l’ictus) che non sembrano correlate all’infezione e tampone positivo. Qui le tabelle Istat del 2017.

Nel 2017 ci sono stati 646.833 morti. Ma visto che dobbiamo ragionare su 8 mesi calcoliamo i decessi in questo arco di tempo: sono 431.222. Quindi i morti Covid rappresentano il 10,1% di tutti i decessi”.

E il 90% della popolazione di cosa muore?

“Sempre l’Istat ci dice che i decessi per malattie cardiovascolari e per tumori nel 2017 sono stati 231.732 e 179.351. Facendo lo stesso rapporto vediamo che le malattie cardiovascolari rappresentano il 35,8% e i tumori il 27,7% di tutti i decessi. Infarti, ictus e tumori insieme provocano i ⅔ dei decessi in Italia.

In altre parole: per ogni morto di Covid ci sono 3,5 morti di malattie cardiovascolari e 2,7 morti di tumore”.

Si dice però che il 2020 registrerà un aumento della mortalità generale.

“Sì, si parla di una mortalità in eccesso stimata al 30 agosto 2020 del +188%, potremmo arrivare a 680.000 morti l’anno. Il sito our world in data, che è usato dagli epidemiologi in tutto il mondo, da Harvard a Stanford a Oxford, individua anche le cause di questo eccesso…”.

…dovuto al Covid…

“Non solo. Gli studiosi individuano l’eccesso di mortalità soprattutto nel sovraffollamento della sanità pubblica, nel fatto che le risorse sono state dirottate tutte sul Covid a scapito, ad esempio, dei reparti di cardiologia e oncologia. Poi nel fatto che le persone non si recano al pronto soccorso per malattie che non siano Covid trascurando quindi la loro salute…”. Cliccate qui (cercando “Excess mortality for all ages”).

Ma ci sono già i dati?

“Sì, sono stime. La Società Italiana di Cardiologia ha mostrato che gli accessi al pronto soccorso per infarto del miocardio durante il lockdown sono stati dimezzati (meno 48%) e la mortalità per infarto del miocardio non correlata al Covid è triplicata. Cliccate qui”.

Quindi a causa dell’emergenza Covid stanno aumentando i decessi per malattie cardiovascolari?

“Purtroppo sì. Ci hanno detto che grazie al lockdown sono diminuiti gli incidenti stradali, è una buona notizia, anche se dobbiamo aspettare i numeri ufficiali. Intanto possiamo dire che nel 2017 gli incidenti stradali incidevano per lo 0,5% di tutte le morti; che le malattie cardiovascolari e i tumori rappresentavano il 63,5% di tutte le morti e stiamo osservando ora che la Sanità pubblica si sta focalizzando sul 10% delle morti, disinteressandosi del 63,5%. Fra i reparti chiusi o ridotti per dirottare il personale verso il Covid ci sono anche quelli di cardiologia e oncologia. La Federazione degli Ordini degli Infermieri documenta il 40% di ricoveri ospedalieri in meno rispetto al 2019, una riduzione del 36% delle prestazioni specialistiche ambulatoriali e 1,4 milioni di screening oncologici in meno. Cliccate qui”.

Ma questo significa che la percentuale del 63,5% delle morti provocate da infarti e tumori potrebbe aumentare ancora?

“Purtroppo sì. Non ha alcun senso, ma è quello che sta emergendo: nonostante le buone intenzioni del Piano Operativo Regionale per il recupero delle liste di attesa – cliccate quiper bloccare la causa del 10% dei decessi, si fanno crescere le altre. La spiegazione è che le risorse sono sempre le stesse, si recuperano spostandole da settori già carenti e centrali per la nostra Sanità. Questo modus operandi porterà a registrare morti in eccesso alla fine del 2020 come spiegato dagli statistici di our world in data. Pare assurdo ma all’ OMS se ne accorsero già in aprile…”

In che senso all’OMS se ne accorsero in aprile?

“Nel seguente documento, cliccate il pdf alla quarta pagina, Policy Issues. L’OMS valuta che la risposta alla pandemia avrebbe provocato un aumento della mortalità generale, con peggioramento delle malattie preesistenti, più errori medici e nella gestione delle altre malattie. Insomma, un peggioramento della qualità delle cure”.

Parlando delle sole malattie respiratorie. L’Istat calcola che i morti da malattia respiratoria furono 79.017 nel 2017 pari a 52.678 in otto mesi. In questa voce compaiono le malattie croniche delle basse vie respiratorie ma anche le polmoniti e le influenze. Si tratta di malattie respiratorie infettive, come mai per evitare questi decessi non abbiamo mai fatto un lockdown?

“È giusto chiederselo: come mai? Guardando alla situazione mondiale, il quadro è ancora più evidente. Cliccate qui. Il totale dei decessi nel mondo per Covid reale + presunto, dall’11 gennaio al 13 novembre 2020, è stato di 1.293.105.

I morti totali nel mondo nel 2017 sono stati 55.950.000, nei mesi da febbraio (da quando è comparso il Covid) a novembre sono 41.962.500 e il Covid rappresenta solo il 3,1% di tutti i decessi.

Nel 2017 i decessi per polmoniti sono stati 2.560.000, che diventano 1.920.000 per nove mesi; ma ci sono stati anche 1.180.000 decessi per tubercolosi (computate al di fuori delle polmoniti), che diventano 885.000 in nove mesi.

Quindi ci sono 2,2 morti per polmoniti e tubercolosi per ogni morto di Covid”.

 

Conclusioni: l’OMS era al corrente del rischio, poi rivelatosi reale, di una crescita dei morti da altre malattie. Tuttavia i governi dei Paesi occidentali si sono concentrati solo sulla nuova infezione, responsabile, nel mondo del 3,1% dei decessi e, in Italia del 10%, relegando tutti dentro casa e danneggiando le economie nazionali. Il Covid è un’ infezione respiratoria che provoca meno della metà dei morti che ogni anno provocano le altre infezioni respiratorie.

 

 

 

 

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