“Perché è rischioso vaccinare i guariti”
Oggi vi presento Barbara Balanzoni, anestetista-rianimatore di 47 anni che ha raggiunto numeri da personalità social pari a quelli di un’influencer e surclassato le virostar televisive. Da chi è seguita? Da chi contesta obbligo vaccinale e green pass. Un pubblico di 107mila persone ne apprezza i video su youtube mentre il canale Telegram conta più di 90mila iscritti. Balanzoni piace perché usa un linguaggio semplice, documenta le affermazioni mediche ed entra nel merito delle questioni giuridiche grazie alla sua seconda laurea in legge.
Non si può però definirla no vax.
“Ho sempre fatto tutte le vaccinazioni, comprese quelle riservate ai militari, essendo stata ufficiale medico durante la missione in Kosovo. Non sono vaccinata contro il Covid – ho una controindicazione certificata – ma anche senza esenzione non mi sarei comunque vaccinata con questi vaccini per i motivi che illustro tutti i giorni”.
Lei è stata sospesa dall’Ordine il 18 gennaio, per quale motivo se aveva l’esenzione alla vaccinazione?
“Il ministero cambia spesso le regole obbligando a una burocrazia infinita. In questo momento le controindicazioni devono essere solo quelle citate, tutte le altre non sono prese in considerazione”.
È vero che ha sporto denuncia per questo?
“Ne ho presentate diverse di denunce. Comunque sì, il 24 dicembre sono stata all’hub vaccinale a chiedere ai medici vaccinatori se, al posto mio, con le mie condizioni, si sarebbero fatti vaccinare. Nessuno di loro ha preso posizione: nè sì, nè no. Non mi hanno neanche rilasciato un foglio firmato con il resoconto dell’accaduto. È un controsenso per un medico rifuggire in questo modo le responsabilità. I medici decidono tutti i giorni sulla salute dei pazienti, hanno fatto il giuramento di Ippocrate, all’hub vaccinale sono pure retribuiti per informare sui vaccini e accogliere consensi e dissensi. Tuttavia accolgono solo consensi…”
Che tipo di denuncia ha presentato?
“Rifiuto di atti di ufficio”.
È vero che si rivolge ai Nas anche dopo aver curato chi si è ammalato di Covid?
“Sì. Desidero però precisare che scelgo di curare solo amici e conoscenti. Non rispondo alle chiamate di sconosciuti che mi cercano da ogni parte d’Italia, non si può fare la televendita della Medicina. Mi lasci dire che tante persone che pretendono le terapie per telefono poi non sono nemmeno in grado di farsi sentire con il proprio medico curante o con la guardia medica. C’è da dire che la fiducia nei medici è crollata a picco in questi due anni di pandemia…”
Perché è crollata così tanto la fiducia nei medici?
“Per svariati motivi. Nel caso del Covid la stragrande maggioranza dei miei colleghi si è appiattita sulle indicazioni ministeriali non all’altezza della gravità della malattia: molti peggioramenti si sono verificati dopo la prima settimana senza cure adeguate. Pensiamo poi al danno che è stato fatto imponendo ai medici di accettare e proporre incondizionatamente queste vaccinazioni. A chi è utile un medico che consiglia un farmaco perché ricattato o costretto? E poi, nel caso degli eventi avversi post vaccino, molti miei colleghi fanno finta di niente. Lo vedo dalle chat, hanno paura a segnalare, temono di essere confusi per no vax. Ma è nostro dovere segnalare ogni evento che si verifica dopo le iniezioni, si tratta solo di segnalazione”.
Tornando alla domanda di prima , perché informa i Nas dopo che ha svolto il suo lavoro?
“I Nas rappresentano l’autorità giudiziaria, negli ultimi due anni ho sempre fornito loro le mie relazioni per far emergere le scelte criminali che sono state fatte durante la pandemia. Dalla pretesa che i malati restino in attesa senza cure a come sono stati approvati i vaccini; di quanto poco si sa degli effetti di queste vaccinazioni a quanto sia pericoloso vaccinare chi è guarito. Ora che sono sospesa li informo delle prescrizioni che faccio (nel rispetto della privacy). Desidero che i Nas siano al corrente visto che il Ministero mi accusa di condotta anti scientifica…”
Quali sono queste condotte?
“Vorrei capirle. Sono convocata a Mestre il 23 febbraio. È chiaro che dò fastidio perché il Re è nudo e non va bene che sia un medico a mostrarlo. La Medicina di regime pretende solo obbedienza cieca. Le prime vittime di tutto questo sono i cittadini. Sono un anestesista allontanata dal mese di ottobre dall’ospedale in cui lavoravo da tre anni, pensiamo a tutti gli interventi che avrei potuto fare. Pur di non farmi lavorare hanno annullato le sale operatorie. Se facciamo due conti, considerando il lavoro mancato dei miei colleghi sospesi, ci rendiamo contro delle scelte criminali prese da chi ci governa”.
Parliamo dei guariti e della pretesa di vaccinarli.
“È un problema di sicurezza nazionale, l’ho segnalato ai Servizi. È gravissimo che la Federazione dei Medici si opponga alla cancellazione della sospensione del medico guarito. (PS. la comunicazione 22 Fnomceo dice questo, ma la successiva rimanda la questione a prossime decisioni politiche).
Non si può impedire ai medici di lavorare se non sono vaccinati e sono guariti, il vaccino non può essere considerato nè un requisito di accesso alla professione nè una condizione per esercitare. Oltrettutto è rischioso per chi ha contratto la malattia vaccinarsi: non è mai accaduto nella storia della Medicina con nessuna malattia virale…”
Il ragionamento dovrebbe valere per tutti, non solo per i medici.
“Certo. Pensiamo al caso Paternò, il militare di Siracusa morto a 43 anni dopo la vaccinazione, aveva gli anticorpi della malattia precedentemente contratta e ha manifestato una reazione autoimmune nota come Ade che gli è stata fatale”.