Senza pretesa di completezza ecco una panoramica su come i vari Paesi, in Europa e nel resto del mondo, hanno applicato green pass, obblighi vaccinali e restrizioni varie.

Austria

Come è noto, la patria di Mozart (e di Hitler) prevede, dal primo febbraio l’obbligo vaccinale per gli over 14 con sanzioni pecuniarie pesantissime per i trasgressori.  Tutto risolto? Non proprio.

Il giudice della Corte Costituzionale Andreas Hauer vuole vederci più chiaro e  ha rivolto 10 precisi quesiti al Ministro della Salute austriaco che dovrà rispondere entro il 18 febbraio. È intenzionato a sapere  come, ad esempio, vengono conteggiati i ricoveri, gli ingressi nelle terapie intensive e i decessi per covid negli ospedali: il mai chiarito (anche da noi) problema se sono stati considerati solo i malati di coronavirus o anche i pazienti con altre patologie, risultati positivi al tampone. Altri quesiti riguardano l’efficacia del vaccino nel proteggere dall’infezione o dalle complicanze gravi della malattia. Il Ministro della Salute dovrà spiegare “qual è nell’arco di un anno il rischio di ospedalizzazione correlato al Covid…di un giovane di 25 anni non vaccinato; così pure per una persona di 65 anni”. A quanto pare qualcosa si è mosso e, infatti, anche se formalmente è già in atto l’obbligo vaccinale, l’applicazione con sanzioni è prevista solo dal 15/3. Ultimamente sono stati sollevati sempre più dubbi anche da parte di alcuni governatori, che hanno proposto un “congelamento” dell’obbligo, visto l’attuale andamento della pandemia. Intanto il green pass resta obbligatorio solo per “contesti vulnerabili” come ospedali e case di riposo, ma non più per i negozi a partire dal 5 marzo.

Germania

Anche la vicina Germania inizia a revocare alcune delle restrizioni in vigore. Il governo federale e i presidenti dei bund tedeschi hanno concordato un piano per mettere fine alle misure protettive più stringenti a partire dal 20/3. Il piano in tre punti sul quale è stato trovato l’accordo prevede uno stop graduale alle restrizioni per gli assembramenti privati, i negozi, ristoranti e alberghi. Dovrebbe rimanere in vigore il requisito della mascherina, ma, per esempio, sui treni potrebbe non esserci più il distanziamento obbligatorio.

Gran Bretagna

In Gran Bretagna Boris Johnson si sta adoperando da qualche settimana per un rapido ritorno alla normalità anticipando di un mese l’abolizione delle restrizioni compreso l’obbligo legale all’isolamento in caso di test positivo. Tuttavia la percezione di vivere come prima della pandemia la avverte da mesi chiunque frequenti l’Inghilterra.

Buone notizie anche per gli amanti della birra In EIRE e in Irlanda del Nord. Dublino e Belfast, una volta tanto d’accordo, hanno eliminato il green pass per i pub. Resta in piedi per i grandi eventi al chiuso, almeno per ora.

Francia, Olanda e Belgio

Pure la Francia sta per mettere in soffitta il contestato super green pass.

Negli ultimi tempi, per la verità, il Presidente della Repubblica Macron si è visto poco in Francia perchè impegnato a ritagliarsi un ruolo di mediatore tra Mosca e Kiev. In Ucraina ci sarà anche il rischio di una guerra ma sempre meglio che stare in mezzo  al “fuoco amico” dei no vax e degli irriducibili gilet gialli avvistati un po’ troppo spesso nei dintorni dell’Eliseo. Più prudenti Olanda e Belgio. In quest’ultimo, per esempio, è ancora obbligatorio lavorare da casa dove possibile.

Spagna e Portogallo

La Spagna, come è noto, è quasi tornata alla normalità. Le comunità autonome stanno abolendo le restrizioni da gennaio. L’unica misura presa a livello nazionale era quella della mascherina obbligatoria all’aperto, e l’obbligo è stato tolto il 10 febbraio (un giorno prima dell’Italia). Non vi è mai stata necessità di esibire il green pass sui luoghi di lavoro. Anche nel vicino Portogallo non sono in vigore particolari restrizioni. Le autorità di Lisbona raccomandano tuttavia di permettere il lavoro da casa dove possibile. Ricordiamo che il Portogallo, con il 91 per cento della popolazione immunizzata, è il terzo paese più vaccinato al mondo.

Paesi del Nord

Dal primo febbraio la Danimarca ha rimosso le raccomandazioni per lavorare da casa e nei luoghi di lavoro pubblici e privati. Copenaghen raccomanda di testare periodicamente il personale di assistenza ad anziani, scuole ed asili nido ma non è in vigore alcun obbligo. Dal 9 febbraio, poi, non è più necessario il green pass per entrare in Danimarca e in Svezia dai Paesi Nordici e dai Paesi UE/Schengen. Già, la Svezia. Il paese scandinavo si era già distinto nel 2020 quando, nel corso della prima ondata, non aveva praticato  lockdown. Forse non aveva sbagliato visto che, dati alla mano, ha avuto una mortalità inferiore all’Italia, alla Francia e alla Spagna che avevano invece adottato il modello cinese delle chiusure e delle mascherine anche all’aria aperta. Il dato sorprende, anche perchè la capitale, Stoccolma, ha una densità di abitanti per kmq più che doppia rispetto a quella di Roma e un numero complessivo di cittadini superiori a quello di Torino o delle provincia di Bergamo e Brescia. La curiosità di oggi è che il governo svedese ha deciso di sospendere i tamponi su larga scala persino ai sintomatici. I tamponi, costosi per la sanità pubblica, non sono più essenziali se la variante prevalente è la “mite” omicron.

Dal 12 febbraio in Norvegia è tornato tutto come prima della pandemia. Ma proprio tutto. Ai non vaccinati è chiesto di “prendere in considerazione la vaccinazione” e poi – sentite – le autorità sanitarie hanno espressamente chiesto di non isolarsi ma di stare in compagnia degli altri (!). Qui.

Svizzera

La Svizzera da ieri ha revocato l’obbligo di mascherina e green pass per accedere a negozi, ristoranti, musei, cinema. Resta l’obbligo di indossare mascherine sui mezzi pubblici e nelle strutture sanitarie e l’isolamento per i positivi di 5 giorni.

I Paesi che obbligano

Sono 8 i Paesi nel mondo che hanno previsto l’obbligo vaccinale con diverse modalità: Indonesia, Micronesia, Turkmenistan, Tagikistan, Ecuador (qui a partire dagli over 5 anni!) e, in Europa, Grecia, Repubblica Ceca (per gli over 60, ma il green pass, ad esempio, è stato cancellato per locali pubblici e parrucchieri) oltre all’Italia.

Altro che patria del diritto, siamo ormai più vicini al Turkmenistan, al Tagikistan e all’Ecuador. Intanto però esultiamo per l’apertura delle discoteche e per esserci liberati delle mascherine all’aperto.

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