Si è spento a 92 anni Sergio Stagnaro. Era medico e ricercatore, aveva fondato la SISBQ, Società internazionale di semeiotica biofisica quantistica. Lo avevo conosciuto dapprima leggendo di lui, qui il bel ritratto scritto da Stefano Lorenzetto, e poi incontrandolo ai convegni.

Amava ripetere una frase attribuita ad Einstein “Dio non gioca a dadi con l’universo” per spiegare al suo pubblico, tanto numeroso quanto curioso, che una malattia non capita all’improvviso. E che nel corpo si possono cogliere tracce delle predisposizioni alle malattie, dalle degenerative ai tumori, dalle cardiovascolari al diabete. Parlava di segnali fisici e bio-chimici. Spiegava che le persone predisposte possono evitare di ammalarsi cambiando il proprio “terreno” (con la prevenzione primaria).

Pubblico le parole di affetto e alcune testimonianze di chi lo ha conosciuto. Qui il link alla sua pagina Facebook. Chi volesse aggiungere il proprio messaggio sul blog può inviare un commento o una mail. 

Oggi l’umanità ha perso uno dei più grandi uomini, un medico clinico e un maestro della medicina. Sergio Stagnaro è stato e sarà sempre per me un esempio oltre che un grande amico, ha avuto intelligenza e coraggio dimostrando i rischi congeniti e il ruolo della costituzione dalla nascita. Ha mostrato il ruolo del microcircolo, dei mitocondri, del dna mitocondriale. E la trasmissione per via materna . Grazie alla semeiotica applicata alla clinica ha aiutato e salvato migliaia di persone e formato centinaia di medici . Ciao, Sergio, sarai sempre informazione, energia e amore, una guida per tutti noi. Averti conosciuto è stato un onore, grazie, amico mio.

(Giorgio Terziani, imprenditore).

Sono molto addolorato per la perdita di un AMICO e MAESTRO che tra i primi ha capito l’importanza della biofisica nella medicina, a tal punto di aver fondato la società di semeiotica quantistica da lui presieduta. Mi mancherai, ci mancherai ma rimarrai sempre nei nostri cuori. Un grande abbraccio alla cara moglie.

(Pergiorgio Spaggiari, medico, fisico e professore).

Diagnosticare un uretere sdoppiato con il solo uso di un fonendoscopio è da Nobel? Questo ho visto fare a Stagnaro ad una amica della cui anamnesi non sapeva quasi nulla. A un certo punto picchiettando sull’addome di Paola ed auscultando nel fonendoscopio il suono che le viscere restituivano esclamò : “…oh bella!”. Nulla di angosciante: una visita fuori da ogni canone classico, assenza totale di apprensione da parte sua, applicava una metodologia incruenta, capace di tranquillizzare il paziente e di coinvolgerlo rendendolo collaborativo. Ripeté la “manovra” e quindi tolse il fonendo dalle orecchie, si allontanò da Paola arretrando di un paio di spanne il seggiolino a rotelle e le disse : “io ti vedo per la prima volta e non ho visto nessuno dei tuoi esami …. sicuramente se hai fatto delle ecografie i colleghi si saranno accorti … altrimenti te lo dico io: lo sai che hai un uretere sdoppiato?”.  Sì, Paola lo sapeva … ma io sbigottito continuai nei giorni successivi a immaginare il calibro di un uretere che a un certo punto si sdoppia: qualche millimetro? tipo una cannuccia per la Coca Cola? esiste un altro medico al mondo capace di fare una cosa simile? ero di nuovo di fronte a un medico capace di poter fare a meno di una ecografia per fare una diagnosi del genere.

(Marco)

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