Riflettiamo su una notizia divulgata ieri, la trovate qui.

Una mamma e un papà perdono la loro figlioletta di 4 anni per una diagnosi sbagliata. La piccola era stata portata d’urgenza al pronto soccorso pediatrico dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna, era l’ottobre 2020: accusava forti dolori addominali. I medici di turno scambiano per gastroenterite un blocco intestinale, sbagliano terapia e la bimba muore. I genitori citano in giudizio l’ospedale e, nel dicembre 2022, i responsabili sono condannati in primo grado per omicidio colposo. In sede civile il Sant’Orsola dovrà poi risarcire la famiglia. 

Ed ecco cosa escogitano i legali per ridurre l’importo da versare:

“Visto che la coppia ha avuto un altro figlio (un bambino che ora ha un anno) chiediamo una riduzione del risarcimento, i genitori avrebbero infatti dimostrato di aver reagito cercando un altra gravidanza”.

Si obietterà che gli avvocati fanno il loro lavoro e che sono ricercati proprio per la loro capacità di trovare cavilli, nella fattispecie far spendere meno soldi. 

Ma un ospedale e tre persone che hanno scelto di fare i rispettivamente il pediatra, il radiologo e il chirurgo, possono accettare di vedere il proprio nome e il proprio impegno associati a un ragionamento simile?

Decenni di studi e fatica con la consapevolezza che l’errore fatale, drammatico, è più probabile che per altri professionisti perché i medici sfiorano la morte tutti i momenti e non si sono trovate altre parole?

Parole diverse da queste:

Visto che hai avuto un altro figlio significa che non soffri più per quello che ti abbiamo se pur inavvertitamente ucciso?

Ci chiediamo se è sensato dividere il lavoro del medico a compartimenti stagni, affidando la grana di turno all’avvocato dell’azienda senza pensare alle conseguenze. L’atteggiamento difensivo proprio di una multinazionale traferito su una struttura di cura ne danneggia l’immagine.

Gli errori appartengono agli esseri umani. Possono dipendere da distrazione, incapacità, sciatteria, coincidenze sfortunate ma restano comunque errori che meritano un’ammissione e le scuse (oltre alle dovute indagini e ai risarcimenti, si intende).

Ma questo azzeccagarbuglio per necessità di spesa è distante anni luce dalla sanità che vorremmo. Ed è un pessimo biglietto da visita per l’ospedale.

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