A Ginevra è in corso l’Assemblea mondiale della Sanità (la 78esima, dal 19 al 27 maggio), all’interno della quale, si vorrebbe decidere come “gestire le popolazioni” in caso di pandemie. Dopo anni di negoziati è stato confezionato il piano pandemico Oms e la buona notizia è questa: l’Italia, assieme ad altri 10 Paesi, non ha aderito (gli Usa non fanno più parte dell’Oms). Cliccate qui. Il Trattato internazionale, una volta bocciato, non sarà più riproposto. Occorrerà invece vigilare sulle modifiche ai Regolamenti sanitari internazionali che vengono votate periodicamente in sede Oms perché gli emendamenti potrebbero riproporre alcuni contenuti del Trattato.

Nel frattempo, in Italia, il quotidiano il Foglio dedica uno dei suoi articoli alla medicina Omeopatica. Qui.

Quali illusioni

Scrive il prof di biochimica Enrico Bucci:

“In un mondo in cui le risorse sanitarie non sono infinite, offrire illusioni terapeutiche a fianco delle cure vere è una forma di irresponsabilità, non di pluralismo”.

A proposito di illusioni, si osservi: il periodo gira ambiguamente (o astutamente) e induce a credere che il paziente di un medico Omeopata sia a carico del sistema sanitario. Invece no. Chi sceglie l’Omeopatia paga privatamente sia il medico che le medicine.

Enrico Bucci non dice chiaramente che l’Omeopatia consuma impropriamente le risorse sanitarie ma fa in modo che lo si pensi.

Seconda scorrettezza: dà per scontato che il medico Omeopata offra illusioni, come fanno i piazzisti.

Motivo? Dice Bucci che gli studi non hanno mai mostrato efficacia.

La comparazione

Quali studi? Quelli che si usano per approvare i farmaci tradizionali. Ma le diluizioni omeopatiche NON sono farmaci tradizionali.

I medicinali classici non si possono paragonare a quelli omeopatici con gli stessi criteri. Sarebbe come pretendere di pesare un tavolo e la felicità sulla stessa bilancia. Da una parte c’è un farmaco che funziona in base alla quantità di principio attivo, dall’altra una sostanza che risuona in modi profondamente diversi a seconda della diluizione e di come la si assume. Sono sottigliezze, certo. Che nella vita hanno un peso. Un peso che “si sente” anche se nessuno lo misura.

“La scienza non è un’arena di opinioni – scrive Bucci – È un metodo. È fatta per escludere le spiegazioni sbagliate non per accoglierle tutte in un’eterna par condicio fra verità e illusione”.

La cura Omeopatica, infatti, è più simile a un’arte che a una scienza. Il medico che si cerca e si sceglie ci ascolta per ore prima di fare una diagnosi e concordare un cammino terapeutico.

Perchè non chiedersi per quali ragioni una persona preferisca un medico competente di Omeopatia piuttosto di uno che questa competenza non ce l’ha? Perché non provare prima di sentenziare?

D’altronde nessuno, nemmeno Bucci, sarebbe in grado di descriverci il sapore di una papaya senza averla prima assaggiata.

L’esperienza

Avevo un dolore cronico che mi affliggeva da anni: quando sopraggiungeva assumevo antidolorifici e anti infiammatori, passava dopo qualche giorno ma, a ogni colpo di freddo si ripresentava.

“Deve cambiare città – mi disse un medico – Succedeva così anche al mio fisioterapista e si è trasferito a Sanremo”.

La medicina mi invitava a rassegnarmi, cara grazia che esistono i farmaci contro il dolore, l’invito a trasferirmi al mare avrebbe dovuto farmi riflettere sullo stile di vita, peggio per me, insomma.

Però la non rassegnazione e la curiosità mi hanno indotto a cercare un medico Omeopata: con soddisfazione e con gratitudine, da anni ormai, vivo senza quel dolore.

Bucci conclude: “Se vedo vendere acqua zuccherata come rimedio contro malattie gravi, il rispetto per il malato — e per la verità — mi impone di dire con chiarezza che è una truffa”.

Già, alla fine l’ossessione porta qui: i guadagni dell’Omeopatia devono finire in altre tasche.

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