La repubblica dei capibranco

Questa, arrogante e narcisa, è la Repubblica dei capibranco. Si sono conquistati ogni centimetro della terra di nessuno, dove non c’è legge, non ci sono occhi, non c’è individuo, non c’è responsabilità. C’è solo il branco. Ci sono loro. I branchi urlano, i branchi sparano, i branchi rompono, fanno le smorfie, alzano le braccia, muovono il pollice su o giù e soprattutto i branchi comandano. Imperano. Non solo quelli delle curve, non solo gli ultrà. Il branco è la parte distruttiva dei No Tav. È la violenza per la violenza dei black bloc. Sono i travet del sindacalismo quando rinnegano […]

  

Non fate sparire l’isola della medicina (Fatebenefratelli)

A Roma ogni tanto ci sono spazi che scompaiono. Si fanno trasparenti, bianchi, vuoti, rarefatti, come se il presente li avvolgesse e li lasciasse sprofondare in un limbo che sa di oblio. Eri convinto che fossero lì e invece, puf, spariti. Sono fuori dalla toponomastica, sono fantasmi con il profilo incerto di certi pomeriggi dove il cielo e l’orizzonte sono più rarefatti. Non solo spazi, edifici, luoghi, ma con loro storie, ricordi, simboli, parole. Ti ritrovi quasi per caso sull’isola Tiberina. E’ istinto. Non solo voglia di correre o passeggiare. Qui c’è qualcosa di magico, che ha a che fare […]

  

Per favore non raccontatemi tutto

Sono passati troppi anni e una mezza dozzina di mesi. L’Einaudi aveva scelto Parigi per presentare un progetto piuttosto ambizioso: raccontare in cinque volumi Il romanzo. Era ottobre, c’era un albergo sulla rive gauche dove Mario Vargas Llosa parlava di questo contenitore letterario, il romanzo appunto, come se fosse un personaggio delle sue storie, un signore di mezza età, di origine borghese, con qualche antenato tra i coloni della Magna Grecia. Un tipo sospetto, poco amato dalle autorità, che si porta dietro un’insoddisfazione cronica e una strana malattia che fa dire spesso ai suoi dottori: sta per morire, è morto, […]

  

La ragazza del Gelsorosso

Carla fa gli occhi scuri, Carla ci crede, combatte, spariglia. Carla s’incanta. Carla è cresciuta in una casa di libri, di stampe, di inchiostro e che odora di carta. Carla stringe la terra nella mano e chiude il pugno, di rabbia. Carla passa dritta, orgogliosa, quando gli dicono che con i sogni non si fanno i soldi. Carla torna sempre nel suo porto di mare. Carla di cognome fa Palone e pensa che non potrebbe mai vivere lontana da Bari e allora apre le finestre e chiama il mondo in casa. Carla Palone è giovane e quando si arrabbia parla […]

  

Feltri e Diso, storie di cavalli e cavalieri (Primo maggio con il Festival delle Storie)

Storie di cavalli e cavalieri. Raccontare è il nostro mestiere. E questa volta il Festival delle Storie di storie ne ha trovate tante, perché cavalli e cavalieri sono segno di avventura, di amicizia, di fiducia, di sintonia, di sorprese, di corse, ostacoli e dell’arte di imparare a muoversi con lo stesso passo. Il primo maggio il Festival delle Storie si ferma nel centro ippico di Atina, via case di Melfa II, per partecipare, raccontando, il campionato centro meridionale di salto ostacoli. Lo fa con uno dei format classici della “valle delle storie”: Radiostory. Edoardo Inglese e Vittorio Macioce si ritroveranno […]

  

Sono forse io? L’altro Giuda

Non te lo togli di dosso con un’Ave Maria. Il senso di colpa ti sta dentro, ti accompagna, scava, rimugina, presuppone. E’ quella cosa che ti prende quando cercano un colpevole. Non sai perché ma pensi che potresti essere tu, soprattutto se non hai fatto nulla. Anzi, ritieni, sospetti che gli altri, gli inquisitori, ti stiano guardando con la faccia di chi ti vede come presunto non innocente. Sei come l’agnello a Pasqua. Se ti sgozzano un motivo ci sarà. Tipo quando qualcuno sulla metro o sull’autobus urla: mi hanno rubato il portafoglio. Tutti gli altri potrebbero guardarti e nessuno […]

  

Valle delle storie: istruzioni open source per costruire una smart land

Non datela per scontata. Una valle deve sentirsi, annusare i suoi confini, trovare le strade, che un po’ sono come i suoi occhi, le sue mani, mostrare il suo volto fuori e allargare lo sguardo al di là dell’ultimo orizzonte e poi battere, il cuore, il suo tempo, il suo ritmo, il suo sound, solo alla fine arrangiare la sua melodia. Riconoscersi. La valle di Comino ci ha messo tempo. O forse a un certo punto si è dimenticata, si è persa. Capita. Capita quando per sentirti più sicuro ti accontenti della miopia, quando il cielo ti appare troppo lontano […]

  

Vittoria, la ragazza dalla parte sbagliata

Vittoria è un nome che suona sbagliato, come chi lo porta. Se poi stai in un liceo a Roma negli anni ’70 e tuo padre è un commesso viaggiatore che va in giro con un 850 color crema è ancora peggio. E’ chiaro che puoi scegliere, ma le prime carte te le serve il destino e non è che poi riesci proprio a scantonare del tutto. E’ quello che capita a Vittoria. E’ figlia di borghese, che già puzza di fascista. Non un gran borghese. Non uno con i soldi. Non uno di quella classe dirigente eterna, sopravvissuta a tutte […]

  

L’oro (politico) di Napolitano e i panni sporchi della sinistra

Nel 1953 non c’era neppure la Rai, ma l’onorevole Giorgio Napolitano sì. Aveva ventotto anni e un posto a Montecitorio come deputato del Pci, accanto a Giorgio Amendola. I due non avevano solo in comune il nome, la laurea in giurisprudenza, la passione per la politica economica, un padre liberale e antifascista, il comunismo borghese, l’idea che la rivoluzione può attendere, ma soprattutto il talento di fare rete. L’oro di Napolitano viene da qui. Oro come patrimonio umano, culturale e politico. Nessuno come lui. Nessuno come Re Giorgio. E’ uno straordinario superstite della storia. Ha detto sì a Togliatti, seppellito […]

  

Forconi, la protesta che non piace alla gente che piace

Di cosa parliamo quando parliamo di forconi. Nessuno lo sa ancora bene, forse neppure loro. Sono in cerca di una forma, di un’identità, di una bandiera o di un cappello. Qualcosa però sta diventando evidente: non piacciono alla gente che piace. Non sono chic, non sono trendy, non sono cool, non indossano caschi neri e magliette del Che, non sono neppure figli di papà. Non spaccano vetrine. Non reclamano più Stato. Non si preoccupano del capitalismo. Poi, certo, uno di loro lascia Genova in Jaguar. Non è furbo. Non ci fa una bella figura. Era meglio un trattore, ma anche […]

  

Come muore una repubblica (lettera dall’antica Roma)

Non mi piacciono i mausolei. Questi marmi bianchi, questa ipocrisia, questa grandezza che dovrebbe resistere al tempo e magari lo farà. Non importa il mio nome. Non saprete mai come mi chiamo. Sono uno dei tanti, troppo pigro per scrivere qualcosa di grande, troppo mediocre, forse. Eppure ho scritto, quasi tutti i giorni. Abbastanza da non farmi amare. Non da lui, sarebbe eccessivo, ma dai suoi uomini, da chi sussurra, da chi mette i timbri, da chi decide le sorti e le fortune delle persone. C’è sempre un certo fascino a servire gli dei, soprattutto se un Dio ha parvenza […]

  

Il fallimento (morale) delle banche

I più pessimisti, di solito, sono i tassisti. La radio è la loro compagna di viaggio e in questi giorni ascoltano, scuotendo il capo, le croci degli indici di borsa, come una litania funebre. Tengono il conto delle banche che chiudono, ma proprio loro, così corporativi, si lanciano in lunghe maledizioni: «Hanno fatto i soldi sui nostri debiti. Ci hanno dissanguato. Ora possono pure crepare». Qui, a livello della strada, l’opinione più diffusa è che le banche falliscono per troppa avidità. Non è un giudizio scientifico, ma etico. È per questo che i tassisti, senza troppa coerenza, sopportano con un […]

  

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