Un leader “Vergine” a Palazzo Chigi
Nel 2018 l’Italia sarà presumibilmente guidata da un nuovo leader espressione del voto delle imminenti Elezioni Politiche. Tuttavia esistono anche le condizioni perchè le elezioni restituiscano un’ingovernabilità che costringerà il paese a rivotare per trovare una soluzione che assicuri una maggioranza.
Tra le proposte di leadership (che peraltro per l’attuale sistema elettorale sono “virtuali” rispetto al voto espresso nell’urna) va considerato un aspetto importante: l’essere stati già primo ministro in Italia porta con sé un marchio di fabbrica nel consenso. Sebbene sia un tratto comune nelle società occidentali, la differenza nella fiducia verso un primo ministro tende a decadere in modo fisiologico lungo il percorso di governo. Molteplici le cause, ma una è senz’altro presente in tutte le “carriere” politiche: dalle “promesse” ai “risultati” conseguiti il percorso segna il passo nella fiducia degli italiani. Riportiamo un’interessante analisi condotta da IPSOS in merito (vedi tabella) in cui il delta di calo della fiducia è senz’altro molto rilevante per Mario Monti (-51%, quasi un record), mentre è più contenuto per Enrico Letta (“solo” -20%) e vede quasi appaiati Berlusconi e Renzi, seppur con livelli assoluti un po’ differenti.
La riflessione quindi riguarda quanto espresso nel titolo di questo post: quanto può contare la proposta di un leader “nuovo”, ovvero “vergine” rispetto al premierato? E’ evidentemente una riflessione che riguarda gli schieramenti, ma anche una chiave di lettura rispetto alle manovre in gioco: Di Maio per i 5 Stelle sembra al momento l’unico candidato certo (e “vergine”) e lo scalpitare di Salvini, Meloni e la messa in dubbio della designazione di Renzi in casa PD, potrebbero essere letti anche in quest’ottica. Senza dimenticare che nell’immaginario collettivo degli elettori la guida di una “personalità forte” viene vista come auspicabile (magari anche in riferimento all’Europa e ai delicati equilibri che si stanno ridisegnando).
I dati citati sono stati estratti dal rapporto Ipsos_Flair 2017