Il governo italiano sta al fondo salva stati (MES), come il mio cane Rocco sta a una spazzolata vigorosa.

Rocco brama la spazzola, specialmente quando gliela passo contropelo, ma è anche un machista-territoriale-sovranista, e giudica poco rispettoso un intervento così intrusivo sul suo corpo. Il fatto che gli provochi piacere lo divide a metà tra atteggiamento goduto e ringhio costante, seppure poco convinto, durante il trattamento.

Il MES è uguale. E’ stato ormai ratificato da tutti in Europa. Manchiamo solo noi, forse perchè, come ha recentemente scritto Mario Monti, temiamo che possa un giorno diventare molto utile. Piuttosto che rischiare, in futuro, di cedere scampoli di sovranità per beneficiarne, preferiamo farci legare all’albero come Ulisse per resistere al canto delle sirene. La metafora dell’ex presidente del consiglio regge solo in parte, visto che Ulisse volle comunque essere indotto in tentazione, evitando di tapparsi le orecchie come il resto dell’equipaggio.

Un aspetto del Qatargate che passa in secondo piano è che, a parte la bella greca, i protagonisti sono tutti italiani. Qualcuno, infatti, ha già proposto di ribattezzarlo Qataropoli, per completare il trittico con le italianissime Tangentopoli e Calciopoli. Nell’attesa che l’indagine si allarghi almeno a un tedesco e un francese, il dubbio sulla nostra classe politica resta.

L’autorevolezza internazionale del nostro penultimo presidente del consiglio, per fortuna, smentisce questo mio pensiero retrogrado, e almeno dal punto di vista dell’onestà anche Giorgia Meloni promette bene. Ma ratificare un meccanismo che potrebbe all’occorrenza permetterci di ottenere aiuti economici, commissariando una eventuale classe politica inadatta, sarebbe un’ottima via d’uscita nel caso che la cialtronaggine diventasse endemica.

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