La “santa follia” e i “pazzi di Dio” nell’ultimo libro dell’audace Emanuele Franz
A Emanuele Franz, filosofo friulano (per la precisione di Moggio Udinese) ed editore di testi controcorrente, non manca di certo l’audacia. Come quella che, recentemente, lo ha condotto a trascorrere il mese di agosto all’interno di un cassonetto dell’immondizia, trasformato per l’occasione in un giaciglio di fortuna. E all’audacia fa riferimento anche il nome della sua casa editrice, la “Audax”, che, da qualche giorno a questa parte, ha dato alle stampe il suo nuovo saggio dal titolo
“Pazzi di Dio. La Santa follia da Diogene di Sinope agli Stolti di Cristo, dai Veda ad Albert Einstein”. Il volume è, per l’appunto, un viaggio attraverso la storia del poco noto fenomeno della “santa follia”, ossia quella pratica che ha portato diversi mistici cristiani a vivere in condizioni impensabili per le società del loro tempo, volendo in questo modo testimoniare il messaggio di Cristo perché, come è scritto anche nella prima lettera di San Paolo ai Corinzi, “quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti; quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti”.
Due esempi su tutti sono, ai primordi dell’era cristiana, quello degli Stiliti, che, in Medio Oriente, trascorrevano le loro giornate su una colonna e quello dei Dentriti, che vivevano dentro a un albero. Nell’opera di Franz si cerca di risalire alle possibili origini del fenomeno, scoprendo nel contempo la vita di alcuni personaggi significativi come Simeone, uno Stilita appunto, ed esplorando, come spiega l’autore, “le verità profonde che hanno portato santi e sante a imitare Cristo attraverso la simulazione della follia, svelando la dicotomia del mondo. Perché, come diceva Gesù Cristo, occorre essere nel mondo ma non del mondo”.
L’originalità di Franz, tuttavia, si fa sentire anche in questo saggio, in cui teorizza l’esistenza di una tecnica segreta “tramandata di maestro in discepolo, già conosciuta da Aristotele e trasmessa ad Alessandro Magno che se ne servì per conquistare le Indie. Una teoria audace, naturalmente, che intende la follia, o meglio, la simulazione della follia, come una tecnica per provocare il potere dominante, scardinare le convenzioni sociali e così modificare il mondo”.
Numerosi gli interessamenti del mondo intellettuale: da Noam Chomsky a Franco Cardini, che ha definito la tesi di Franz “metafisica, metastorica e metalogica”, passando per lo scienziato Paul Davies, dell’Università di Cambridge.