Quella della Cornucopia (il corno dell’abbondanza) è un’iconografia presente in diverse epoche e diverse culture. Basti pensare che una figura femminile con un corno tra le braccia (proprio come nelle rappresentazioni più “recenti” della dea Fortuna) è presente, scolpita nella roccia, già nelle grotte del paleolitico, a Laussel, in Francia. Antica di 25mila anni, sembra quasi voler beffardamente ricordare all’essere umano moderno quanto arcaici siano i suoi simboli. C’è però un luogo che, forse, più di altri si lega all’immagine del corno dell’abbondanza: si tratta dell’Etolia, in Grecia. Qui, secondo il mito, Eracle ebbe una contesa con il dio-fiume Acheloo, per le grazie di Deianira e, vintolo, gli staccò un corno dalla testa. In cambio della sua restituzione, Archeloo fece dono a Eracle del corno della capra Amaltea, che aveva nutrito Zeus in fasce. Il corno dell’abbondanza, appunto.

Un mito, una leggenda. Ma c’è chi, da questa leggenda, ha preso spunto per una ricerca archeologica “non convenzionale”, per ritrovare le tracce di quel corno, poi ceduto dall’eroe al re Eneo in cambio della mano della figlia. Si tratta del filosofo-editore friulano Emanuele Franz che, la scorsa estate, ha intrapreso un viaggio proprio in Etolia, alle fonti del racconto mitologico, per poi darne un approfondito resoconto in un saggio. Il volume “Sulle tracce della Cornucopia“, edito da Audax Editrice, è stato recentemente pubblicato e, oltre al piacevole (e talvolta ironico) resoconto del viaggio, contiene uno studio approfondito sulle immagini della Cornucopia. Quel corno dell’abbondanza che Franz, ovviamente e lungi da quelle ispirazioni “fanta-archeologiche” che hanno talvolta accarezzato esplorazioni del passato, non ha ritrovato e non ha mai preteso di ritrovare in forma materiale, ma del quale, fonte di vita e prosperità, ha tentato di ricostruire la genesi e il significato più profondo, spinto sia da curiosità culturale ma, altresì, come lascia intendere, da una pulsione interiore e quasi mistica verso questo simbolismo.

Franz, inoltre, getta un ponte tra i tempi, perfettamente coerente con la sua visione della storia quale organismo vivente, e, in particolare, tra l’era cristiana e quella antica: non solo la Cornucopia trova dimora tra rappresentazioni a tematica religiosa, ma che cos’è l’episodio della moltiplicazione dei pani e dei pesci, presente nei vangeli, se non una celebrazione della fonte dell’abbondanza che, in questo caso, è il Cristo, il figlio di Dio, l’Uno dal quale la vita stessa promana?

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