La copertina del nuovo libro di Matteo Colnago

La società della performance? Paradossalmente non richiede alcuna eccellenza, ma soltanto risultati. Immediati, possibilmente. Una concezione che, tra gli altri, sta inquinando anche il mondo dello sport, a caccia di record sempre nuovi che offuscano il vero senso delle discipline agonistiche. Un senso fatto di fatica, sofferenza, perseveranza: esperienze che contribuiscono a dare forma a qualunque individuo, a dotarlo di un centro grazie al quale stare in equilibrio, nell’attività sportiva ma anche nella vita. Sono, questi, solo alcuni dei concetti che emergono dalle opere di Matteo Colnago, 36enne saggista brianzolo con alle spalle un passato e un presente poliedrico da vero e proprio Atleta combattente“, per parafrasare il titolo della sua prima fatica, pubblicata nel 2021: prima pugile, poi alpinista capace di raggiungere vette da oltre 5mila metri, le ultime delle quali nell’estate del 2024, in Pakistan, quando una tempesta gli ha impedito di piantare il tricolore in cima al Koshar Gang ma non di farlo in vetta a due rilievi nella medesima area. Una sconfitta? Neanche per sogno. “La vita, alcune volte, ci mette di fronte ad alcuni ostacoli – aveva detto ancora prima di partire -. Ma non per questo dobbiamo arrenderci. Dobbiamo, invece, tirare fuori tutta la nostra forza, entusiasmo, spirito di reinventarsi per trovare nuove soluzioni ed alternative“. Un messaggio che era rivolto ai tanti Neet, giovani che, affaticati da una ricerca di lavoro (e di un posto nel mondo) senza risultati, hanno abbandonato ogni speranza.

Anche per amplificare e rafforzare questo messaggio, nei giorni scorsi, il tenace scalatore lombardo è tornato sugli scaffali con la sua seconda pubblicazione: “Destinati a combattere, che integra e completa la prima a distanza di oltre tre anni, sempre per i tipi di Passaggio al Bosco. Sono testi, quelli di Colnago, che solo soffermandosi sulle copertine potrebbero sembrare destinati esclusivamente ad atleti e agonisti: si tratta, infatti e piuttosto, di veri e propri manuali per la vita, il cui intento è squarciare, con un linguaggio tagliente ed erudito ma al tempo stesso sovente crudo come un pugno nello stomaco, tante ed errate credenze di una contemporaneità che spinge sempre di più l’essere umano (e il suo cervello) alla ricerca di piaceri ed emozioni effimere, senz’altro utili ad accarezzare e solleticare il narcisismo egolatrico che, specie al tempo dei social network, dilaga senza più argini, ma anche finalizzate a renderlo, in maniera progressiva, una macchina da consumo più che una creatura dotata di profondità spirituale.

La cover del precedente saggio “L’atleta combattente” (2021)

Il combattente, invece, sia esso un militante, un agonista o un intellettuale, sa che lo scopo della vita è trovare un senso, un centro di gravità che possa renderlo fermo e saldo di fronte a qualsiasi tempesta. Come Colnago ricorda nel suo scritto, crisi economiche, pandemie e catastrofi di varia natura (ultimamente ricomparse nella iper-schematizzata e illusoriamente iper-controllata vita dell’uomo contemporaneo) hanno sempre accompagnato il cammino dell’umanità: precipitare nello sconforto e crogiolarsi nelle proprie frustrazioni, in qualche modo motivandole esclusivamente con fattori esterni e fuori dal proprio controllo, non è, però e di certo, una via d’uscita. Le tecniche psicologiche e le prassi adattive adottate dagli sportivi agonisti (e non solo da loro, come scoprirà chi leggerà il libro) servono, allora, come modello e punto di partenza per affrontare la vita e navigare nelle quotidiane tempeste della società liquida tenendo fermo il timone, anche quando le onde minacciano di affondare la nave.

Nel libro (anzi, nei libri) di Colnago non mancano affondi spietati contro altri miti della decadente civiltà occidentale contemporanea, motivo per cui la loro lettura non è consigliabile ai fedeli del politicamente corretto a ogni costo, anche a quello di piegare la realtà alle fantasie vittimistiche più insensate e scellerate. Scoprire questo autore può essere, invece,  salutare e necessario per chiunque senta il bisogno di una bussola, di una guida valoriale e di un incoraggiamento per restare in piedi in un mondo che pare sempre più folle, oscuro e caotico.

Matteo Colnago

 

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