Soffocate dalle tasse e prigioniere di una disoccupazione che resta a un soffio dal 13%, le famiglie italiane sono sempre più al verde come è evidente anche dall’analisi della tragedia del Pil. Davanti a banche che continuano a erogare credito con il contagocce e stanno ben attente a evitare  altre macerie oltre o i 160 miliardi di sofferenze lorde, cioè prestiti che i clienti non riescono più a restituire, che già pesano sui loro bilanci, a molti italiani non resta che ipotecarsi anche la busta paga.  Negli ultimi sei mesi le cessioni del quinto della busta paga hanno rappresentato un quarto (26,8%) delle richieste di prestiti in Italia, 10 punti percentuali più in alto di  due anni fa.  «La cessione del quinto – ricorda Lorenzo Bacca di Facile.it  che ha analizzato oltre 40mile  richieste di finanziamento presentate fra novembre 2013 e aprile 2014 – è l’unica forma di finanziamento accessibile anche a chi ha subito protesti o ha ritardato a restituire le rate di prestiti o mutui, caso sempre più comune negli ultimi anni».

Appunto l’unica via di uscita (seppur temporanea) per le famiglie, spesso diventate monoreddito sotto i colpi della crisi, non riescono più a far fronte a spese e  imprevisti. L’importo medio che si cerca di finanziare è comunque sensibilmente sceso: dai 20mila euro medi di maggio 2012, ai 17mila attuali. Sostanzialmente stabile l’età media a 43-44 anni,  a riprova di un’ulteriore debolezza della popolazione, anche perché le domande giungono soprattutto dai dipendenti del settore privato (58,6%), mentre i dipendenti pubblici pesano per  il 22% e i pensionati per  il 16 per cento .  Lo spaccato dovrebbe far pensare visto che uno statale  è teoricamente avvantaggiato nel percorso poichè le finanziare, nell’istruire la pratica, considerano anche la solidità del datore di lavoro. Dal punto di vista geografico a richiedere gli importi più elevati sono invece  siciliani, Trentino Alto Adige e della Sardegna. Ecco il dettaglio regione per regione.

Regione                         Importo medio richiesto

Sicilia                           20.000

Trentino Alto Adige       19.500

Sardegna                        19.000

Umbria                          18.500

Calabria                               18.000

Puglia                                   18.000

Campania                            17.500

Lazio                             17.500

Abruzzo                               17.000

Friuli Venezia Giulia       17.000

Liguria                                  17.000

Lombardia                           16.500

Marche                                 16.500

Toscana                                16.500

Veneto                                  16.500

Piemonte                             16.000

Emilia Romagna               15.500

Valle d’Aosta                 n.d

Basilicata                       n.d.

Molise                           n.d.

Wall & Street

 

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