In Puglia c’è lavoro con i guardrail
Anche se il tasso di disoccupazione è tornato a salire e il 43% della popolazione giovanile è senza lavoro, c’è anche spazio per le buone notizie. Come gli investimenti esteri che creano opportunità di occupazione nel Mezzogiorno. È il caso del gruppo tedesco Heintzmann che prevede piani di sviluppo notevoli per la propria filiale italiana con sede a Bari. Il piano industriale 2014-2016 di Heintzmann Italia è finalizzato alla costruzione in Puglia in un nuovo sito che consenta di triplicare la produzione locale di guardrail in acciaio.
Con questo investimento Heintzmann Italia, che commercializza il 30% del prodotto in Italia e il resto all’estero, intende incrementare la produzione in Italia – che oggi copre solo il 20% di quanto venduto – sino al 70%, in modo da ridurre drasticamente i rilevanti costi di trasporto sino ai Paesi balcanici e del Golfo persico dei prodotti realizzati in Germania. Nel 2013 la società ha distribuito oltre 6.000 tonnellate di guardrail in acciaio, occupando 20 persone per un fatturato di 5,5 milioni di euro (contro i 2.5 del 2012) – ha approvato un budget per il 2014 di 15.000 tonnellate di acciaio (pari a circa 18 milioni di euro) grazie all’acquisizione di importanti commesse provenienti dai Paesi del Medio Oriente. Heintzmann Italia ha così avviato la ricerca e lo studio di siti produttivi nelle province di Bari e Taranto, ritenute le più interessanti per le infrastrutture stradali e portuali e per il tessuto imprenditoriale esistente. La ricaduta occupazionale stimata è di circa 35 persone.
«Guardiamo al prossimo triennio – ha dichiarato Nicola Massara, presidente e amministratore delegato di Heintzmann Italia – con attenzione e dinamismo. Pensiamo ai prossimi obiettivi con la convinzione che investire in Puglia, più che in altre Regioni d’Italia, possa portare al nostro gruppo un valore aggiunto nella strategia di crescita nei Paesi del Mediterraneo. Le condizioni infrastrutturali e di contesto delle province di Bari e Taranto hanno convinto il nostro azionista di riferimento a darci il via libera a questo investimento, che deve essere necessariamente a regime entro il 2015».
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