pesca

Vi piace trascorrere il tempo libero prendendo la vostra canna da pesca e andando in barca oppure sedendovi comodamente in riva al mare o al fiume? Beh, tra qualche tempo anche questo hoby potrebbe costarvi più caro. Il testo base unificato per gli interventi sul settore ittico – adottato la scorsa settimana dalla commissione Agricoltura della Camera – prevede dal primo gennaio 2016 il «pagamento di un contributo annuo pari a 20 euro se si intenda esercitare la pesca sportiva da imbarcazioni a motore e pari a 10 euro negli altri casi». Saranno esentati, comunque, gli under 16, gli over 65 e i disabili. Ovviamente, il balzello è contestuale alla comunicazione obbligatoria dell’esercizio dell’attività di pesca sportiva da inoltrare al ministero dell’Ambiente. Insomma, non solo la tassa ma pure il solito carico di burocrazia.

A che cosa serviranno questi soldi sottratti ai pescatori della domenica? Per il 60% a finanziare l’istituendo «Fondo per lo sviluppo della filiera ittica», un carrozzone pubblico per sostenere le imprese del settore (comprese quelle in crisi). Il 30% sosterrà «le esigenze di funzionamento e l’esercizio dei compiti di vigilanza e controllo operativi in materia di sicurezza delle navi e delle strutture portuali svolti dal Corpo delle capitanerie di porto – Guardia costiera», come previsto dalla Finanziaria del 2008 (legge 244/2007). Il restante 10% resterà all’Entrata dello Stato, poiché sarà il ministero dell’Economia a incaricarsi di riscuotere la gabella. Altro che «domenica ti porterò sul lago, vedrai sarà più dolce dirsi “ti amo”», come cantava Fabio Concato. Qui la domenica bestiale è assicurata!

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