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Quest’anno la sorpresa nell’uovo di Pasqua se la sono regalata le banche. A spese nostre, ovviamente. Colpa del circuito elettronico Sepa, quello che ci consente di inviare bonifici ovunque (spesso attraverso il nostro conto online). Ebbene, se dovevate ricevere una somma di danaro e chi ve l’ha inviata non vi ha bonificato il primo aprile, dovrete aspettare quanto meno martedì prossimo 7 aprile per avere materialmente l’accredito del danaro (a meno che non si tratti di un giroconto, ovvero di un trasferimento di danaro tra due correntisti della stessa banca). Come ricordato da Comitas, l’associazione delle piccole e microimprese italiane, «il calendario adottato dagli istituti di credito considera infatti le giornate del 3 aprile e del 6 aprile come giorni festivi non operativi» e questo significa che la prima data utile per l’esecuzione dei bonifici ordinati negli ultimi giorni sarà martedì 7 aprile. «Si tratta di sei giorni di valuta grazie ai quali le banche guadagnano per le differenze tra l’addebito all’emittente e l’accredito al percipiente. Uno slittamento che sta causando enormi disagi alle piccole imprese italiane» ma anche ai comuni cittadini, aggiunge Comitas.

Questo significa che se i versamenti sono stati effettuati giovedì o venerdì, bisognerà aspettare rispettivamente martedì e mercoledì. Nel frattempo le banche beneficeranno di liquidità extra su cui lucrare un po’ di interessi. Considerato che ormai viviamo in un’epoca virtuale, qualche passo avanti si sarebbe potuto fare. Magari assicurando l’operatività straordinaria oggi. E invece niente. «Pagamenti di varia natura – continua l’associazione – e accrediti degli stipendi su conto corrente ordinati dalle aziende tramite bonifico, infatti, non vengono eseguiti, e sarà necessario attendere fino al 7 aprile per il buon fine delle operazioni Questo significa che milioni di italiani e migliaia di attività si ritroveranno con una minore disponibilità sui propri conti: un danno che Comitas calcola in miliardi di euro, aggravato dal fatto che il ritardo nell’accredito dei pagamenti avviene proprio durante le feste di Pasqua, quando cioè le spese della collettività aumentano. Non sono pochi quelli che hanno dovuto rinunciare alle vacanze o ridurre le spese per mancanza di liquidità», conclude Comitas. E la sorpresona delle banche è servita.

Wall & Street

 

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