Cybersecurity, l’ignoranza non è una scusa
Qualche mese fa l’azienda di sicurezza statunitense Zerodium aveva annunciato di avere pagato un milione di dollari a un gruppo di ricercatori capaci di violare la sicurezza del sistema operativo dell’iPhone 6. Secondo gli esperti, Apple potrebbe avere risolto il problema con l’immissione sul mercato della nuova versione di iOS 9.2. Gli «Apple addicted» possono tornare a dormire sonni tranquilli? Non proprio, perché dopo nemmeno 24 ore dall’annuncio, un gruppo hacker ha dichiarato di avere violato anche l’ultimo nato della casa di Cupertino. Ma cosa cambia veramente per il comune utilizzatore?
«Sostanzialmente ben poco», risponde Alessandro Curioni, consulente in materia di sicurezza e presidente della società DI.GI. Academy aggiungendo che «dovrebbe ormai essere chiaro a tutti che nel mondo delle nuove tecnologie valgono le vecchie regole del buonsenso: da un lato si deve accettare un certo livello di rischio, dall’altro si devono evitare errori banali». L’aspetto essenziale è la consapevolezza. «Non è sbagliato divulgare sui social media ogni aspetto della nostra vita privata, ma non possiamo lamentarci se poi quei dati vengono utilizzati contro di noi», precisa Curioni sottolineando che «se siamo affascinati dal Deep Web o vogliamo entrare nel mondo dei Bitcoin, la moneta virtuale della rete, non è il caso di scandalizzarci se poi troviamo siti che vendono droghe oppure di restare sconvolti se in un mese il valore dei Bitcoin passa da mille dollari l’uno a trecento». Alcune cose non cambiano mai, altre fin troppo in fretta e l’ignoranza non è mai una scusa.
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