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Sui monti (con la m minuscola) c’è silenzio. Sul Monte (dei Paschi di Siena) il rumore è talmente assordante che non si sente più nulla. Proprio come in montagna.

Tra Alexandria, Santorini, Nota Italia ( e con i sospetti su Chianti Classico) si è persa un po’ di vista la sostanza della questione. Il clamore sul caso derivati ha coperto, ha nascosto la vera ratio di quelle operazioni finanziarie. E, di certo, la confusione della politica non aiuta a capire i motivi.

Si può fare un breve elenco

  1. L’acquisto di Antonveneta, ex post, è stato un errore. L’istituto padovano è stato pagato circa 10 miliardi di euro alla vigilia della peggiore crisi finanziaria dal 1929: l’operazione è stata conclusa alla fine del 2007, da qualche mese negli Usa le banche cominciavano a soffrire per i subprime. L’istituto padovano è stato pagato circa 10 miliardi senza una  due diligence, cioè senza una verifica preventiva del suo effettivo valore perché l’imperativo di quella banca era la crescita essendo rimasta spiazzata dalle maxi-fusioni Unicredit-Capitalia e  Intesa-Sanpaolo.
  2. Mps ha fino a pochi mesi fa avuto un azionista di maggioranza assoluta rappresentato da un’istituzione pubblica, la Fondazione Monte Paschi, espressione del Comune di Siena e dunque del Pd di rito «senese». Per mantenere la presa sulla sua banca sottoscrivendo due aumenti di capitale da complessivi 5,5 miliardi, la Fondazione ha contratto un miliardo di debiti.
  3. Per consentire alla Fondazione di remunerarsi e ripagare parzialmente la propria esposizione il Monte avrebbe abbellito i suoi conti nel 2009 per pagare il dividendo alle azioni di risparmio. Allo scopo sarebbero stati sottoscritti alcuni contratti di swap con Nomura al fine di scambiare gli interessi dei Btp con il tasso Euribor. I derivati, infatti, rappresentano immobilizzazioni finanziarie e sono computati nello Stato Patrimoniale, mentre le perdite su titoli sono oneri finanziari e vanno nel Conto Economico. Maggiore è il rosso minore la possibilità di distribuire utili e dunque consentire agli azionisti (nello specifico  la Fondazione) di ottenere una cedola.
  4. La crisi di Eurolandia ha dato al Monte il colpo di grazia. Una gran fetta di attivo (23 miliardi di Btp) valeva pochissimo mentre altri asset come i derivati di copertura sugli stessi Btp generavano perdite.

Il quadro, strettamente finanziario, del Monte e della sua situazione pregressa è questo. Nei prossimi post analizzeremo la sua condizione presente e quello che potrebbe essere il suo futuro.

Wall & Street

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