matrimonioE’ finito, ieri sera, Matrimonio a prima vista, un programma, andato in onda sulla piattaforma Sky, derivato da un format americano, che partiva da un assunto molto interessante da un punto di vista sociologico: ci si può sposare a scatola chiusa? Conoscendo il proprio partner solo ed esclusivamente davanti all’altare? Tre esperti, Nada Loffredi, Gerry Grassi e Mario Abis, hanno provato a costruire, a tavolino, tre coppie di futuri sposi, cercando di abbinarli sulla base delle loro caratteristiche, desideri, modi di essere. Una analisi accurata che ha permesso al trio di “scommettere” sulla loro provocazione. Perchè far fatica a cercare il compagno giusto e affine, con il quale condividere la vita, quando la scienza può fare la scelta al posto tuo? E così, ecco che per otto puntate abbiamo seguito, lo confessiamo, con partecipazione e interesse (grande merito alla trasmissione) le storie dell’avvocato romano Andrea e della bresciana Alessandra, del quarantunenne Fabrizio con la ventisettenne Annalisa e dei a mio parere più interessanti, Lara e Marco. Questi sei hanno pronunciato il sì senza essersi conosciuti prima e per un mese hanno provato a far funzionare questo rapporto nato a tavolino, sia con la luna di miele, sia nella vita normale di tutti giorni. Al termine dei trenta giorni, nella puntata vista ieri, le tre coppie, davanti agli esperti, dovevano scegliere se continuare con il matrimonio o divorziare. Come è finita? Che i matrimoni sono falliti in tutti e tre i casi e, aspetto interessante, a pronunciare il fatidico “no” sono stati i tre mariti, mentre le mogli erano disposte a continuare questa relazione consacrata dalla fede al dito. Vuol dire che la teoria degli esperti è stata vanificata? Sì e no. E’ vero che sposare un perfetto sconosciuto, costruendo le emozioni sulla base della scienza, è un azzardo vero e proprio; però, il fatto che tre persone su sei fossero disposte a portare avanti la relazione fa comunque riflettere. Anche perché, all’inizio, a parte Alessandra, erano proprio le altre due neosposine ad apparire le più deluse dal marito toccato loro in sorte. Eppure, dopo un mese, erano disposte ad andare avanti. Gli uomini, diciamocelo, non hanno fatto una gran figura anche se, in almeno un caso, mi sento di appoggiare la decisione di divorziare. In ogni caso, un esperimento che ho trovato, nel mare magnum di reality insopportabili, meritevole di ulteriori stagioni. Una trasmissione che ha conferamto che al cuor non si comanda.

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