Clint Eastwood stronca il politicamente corretto
Che Hollywood sia in mano ai Liberals non dovrebbe più sorprendere chi ama il cinema. La maggior parte delle star ha il cuore che batte democratico e Obama molto deve, per la sua prima elezione, agli endorsement di tanti attori e attrici che lo supportarono durante la sua candidatura. Artisti che, per le prossime presidenziali, si sono già schierati dalla parte della Clinton. Fa (rara) eccezione Clint Eastwood, di comprovata fede repubblicana, che, ieri, ha svelato che appoggerà Donald Trump, suo malgrado: «Devo optare per Trump, perché Hillary ha detto che seguirà i passi di Barack Obama».. Dando un calcio anche al politically correct e attaccando quella da lui definita come la pussy generation (tradotto: una generazione di femminucce): «Non puoi fare questo, non puoi dire quest’altro, piovono accuse di razzismo per cose che una volta non erano definite razziste. Trump dice solo quello che gli passa per la testa, e a volte non va bene. A volte posso capirlo, ma non sempre sono d’accordo con lui». Tra l’altro, Hollywood si schiera pesantemente anche con le sue sceneggiature, un po’ come fece negli anni Ottanta quando, a livello di telefilm, stilò un’agenda ben precisa per cambiare, attraverso episodi chiave delle serie più famose, il mondo di pensare e di vedere degli americani (ne parlo, tra le altre cose, nel mio libretto Come sopravvivere al cinema di sinistra, che sarà in vendita (a 2,50 euro), dall’11 agosto (per una settimana), nelle edicole italiane per chi volesse leggerlo). Prendete il recente caso de La notte del giudizio: Election Year, terzo episodio della saga ambientata in un futuro distopico nel quale la violenza è bandita per 364 giorni e mezzo (con benefici sull’economia e sulla criminalità) ed autorizzata, in tutte le sue forme, per sole 12 ore all’anno, durante la Notte del Giudizio, nella quale ogni crimine (compreso l’omicidio) è possibile e legale, a mo’ di sfogo. Ebbene, questo terzo capitolo, guarda caso, è ambientato alla vigilia di elezioni presidenziali americane, con un candidato donna e uno uomo. Indovina, indovinello? Chi dei due candidati è quello pacifista, eroe, e chi quello cinico che sostiene le armi e l’omicidio come valvola di sfogo? Per la risposta, non serve aver visto il film.