Nemo, un ritorno che piace
Temporalmente si colloca a dodici mesi di distanza dalle vicende raccontate in Alla ricerca di Nemo mentre, dal punto di vista dell’uscita cinematografica, sono passati già tredici anni dal meraviglioso film che ha riscritto gli stilemi di un genere ampiamente «frequentato» come quello dell’animazione. Il lasso di tempo così ampio è facilmente spiegabile con le difficoltà e i rischi di dare un sequel ad una pellicola così famosa e con in dote un Oscar in bacheca. Certo, gli incassi notevoli del capostipite sono fatti apposta per sciogliere ogni minima riserva, ma è indubbio che con una simile eredità con la quale confrontarsi Alla ricerca di Dory catalizzava curiosità e attese ben superiori alla media. Sgombriamo subito il campo da ogni perplessità: pur non raggiungendo la meraviglia visiva di Nemo e dando per buone alcune trovate poco plausibili, qui ci troviamo di fronte ad un prodotto di rara sensibilità, capace di raccontare, ai bambini, la malattia in un modo incisivo, commovente.
La protagonista del film, infatti, Dory, già vista in Alla ricerca di Nemo, continua a soffrire di amnesia a breve termine, con non pochi problemi dal punto di vista sociale. Riesce, improvvisamente, ad avere dei vaghi ricordi, dei flashback della sua infanzia e, in particolare, dei suoi genitori. Così, decisa a ritrovarli, inizia un viaggio nell’immenso oceano, complicato dalla sua disabilità. Per sua fortuna, Nemo e Marlin non la abbandonano e a loro, a vario titolo, si uniranno anche un octopus mimetico, una gavia, una balena miope e un beluga.
Ci sono scene simpatiche, che faranno ridere i bambini e piaceranno anche gli adulti, rendendo loro il prodotto ugualmente godibile. Ma è sul concetto di handicap, di accettazione dei propri limiti fisici, di solidarietà che saranno chiamati a dare conto ai propri figli, integrando il messaggio lanciato dal cartone. Certo, chi ha parenti che soffrono, ad esempio, di Alzheimer vedrà questo film con occhi diversi. Però, tra tante negatività, una bella favola carica di tanta umanità «animale».