Migranti? La strana scelta nella corsa agli Oscar
Per carità. i gusti sono gusti. Però, davanti alla candidatura, per rappresentarci nei prossimi Oscar, di Fuocoammare, il documentario di Gianfranco Rosi, vincitore a Berlino, che racconta la vita quotidiana a Lampedusa, tra lampedusani e sbarco di migranti, qualche perplessità (uso un eufemismo) sorge spontanea. Prima di tutto, perché diavolo non lo hanno inserito per la categoria documentari? Non lo sostengo solo io. Per dire, Paolo Sorrentino ha commentato la Nomination con un eloquente: “Questa scelta è un inutile masochistico depotenziamento del cinema italiano che quest’anno poteva portare agli Oscar due film: un film di finzione che secondo me avrebbe avuto molte chance ed è Indivisibili di Edoardo De Angelis, mentre Fuocoammare può concorrere e vincere nella categoria dei documentari”. Poi, voglio dire, al di là di Indivisibili, avevamo tra i candidati due gioielli forti come non se ne vedevano da tempo, ovvero il meraviglioso Perfetti sconosciuti (del quale, non a caso, tutti vogliono farci un remake) e il godibile ed intelligente Lo chiamavano Jeeg Robot. Due film che rappresentano la nostra creatività, talento e versatilità. Niente, ci becchiamo, come nostro rappresentante, il documentario sui migranti, con la benedizione di Meryl Streep “questo film può vincere l’Oscar. Farò di tutto perché sia portato negli Usa’”. Senza nulla togliere al lavoro di Rosi, regista apprezzato ed apprezzabile, sono contrario a questa scelta. Spero di sbagliarmi e, per il bene del nostro movimento, mi auguro che Fuocoammare possa trionfare a Los Angeles, anche se la vedo davvero durissima. E voi, cari lettori, pensate sia stata la Nomination giusta per rappresentarci?