Chiude il Nordic Film Fest, tra Amundsen e storie di rinascita
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La pandemia ha cambiato anche il modo di fruizione dei festival. Fino allo scorso anno, si facevano, come logica, in presenze, mentre, in questo 2020, fatta eccezione per le principali kermesse italiane, molte di queste rassegne si sono rese disponibili, al pubblico, veicolati attraverso specifici siti Internet, in modo da calare anche il cinefilo nostrano nella girandola di lungometraggi a tema che, di solito, caratterizzano questi incontri. Ultimo, in ordine di tempo, è stato il Nordic Film Fest, che, dal 2012, offre una finestra sul cinema nordico. Dal 29 al 31 ottobre, gli appassionati di questa particolare filmografia, si sono gustati i nuovi gioielli della cinematografia nordeuropea in versione originale con sottotitoli in italiano. In particolare, quattro film hanno caratterizzato l’edizione 2020: la Norvegia con Amundsen di Espen Sandberg e Hope di Maria Sødahl, la Finlandia con Aurora di Miia Tervo) e l’Islanda con Storie di cavalli e uomini di Benedikt Erlingsson. Amundsen di Espen Sandberg, in particolare, ha raccontato le imprese e la vita straordinaria del grande esploratore Roald Amundsen (1872-1928), morto nelle acque del mare di Barents durante le ricerche del dirigibile Italia guidato da Umberto Nobile. Ottimo riscontro ha avuto anche Hope di Maria Sødahl, con Andrea Bræin Hovig e Stellan Skarsgård, il racconto autobiografico di una malattia che, come spesso accade, sembra mandare la vita in frantumi, divenendo, invece, occasione per rigenerare rapporti e non solo. Le cifre parlando di titoli con più di 400 accessi (tra questi Amundsen) che, di questi tempi, sono un numero interessante, con Roma, Milano e Bari a farla da padrone.