VIDEOGIOCHI, SPECIALE NATALE 1: I vichinghi di Assassin’s Creed, conquistano le console
Un titolo atteso dai molti cultori della serie “Assassin’s Creed”, che Ubisoft ha opportunamente posto in commercio, prima delle feste natalizie. Ennesimo capitolo del filone legato alla setta di assassini, questo “Valhalla” rappresenta un ottimo esempio di action adventure open world RPG, immergendoci in un contesto storico di grande incertezza e violenza. E con piacere, constatiamo che lo spirito dei primi capitoli è tornato a rivivere in questa nuova avventura.
Si apprezza subito la scelta degli sviluppatori del team di Quebec di attenersi con grande realismo alla storia, mettendo in campo personaggi estremamente calati in un contesto non favolistico o fantascientifico. Del resto, la serie televisiva Vikings ha raccolto numerosi fan del mondo vichingo e, quindi, forte anche di questo seguito di spettatori, il gioco sembra ancora più appetibile dal punto di vista commerciale.
Protagonista la cultura norrena: il personaggio principale, che si può scegliere se maschile o femminile, ha nome Eivor. Fa parte di una delle tante tribù Vichinghe che, nel corso del IX Secolo dopo Cristo, sbarcarono in Inghilterra per razziare, assoggettare e conquistare, partendo dall’attuale Norvegia.
Il lavoro di ricerca storica del team Ubisoft è stato eccezionale. Le interazioni tra la popolazione locale, al tempo divisa a sua volta in sette fazioni con grande commistioni tra Angli e Sassoni, e i Vichinghi, provenienti da Danimarca e Norvegia, viene sempre risolta attenendosi alle cronache del tempo. Il conflitto tra cristianesimo e paganesimo è determinante in molte fasi, così come le credenze legate agli Dei del Valhalla condizionano le azioni degli invasori del Nord.
Una storyline estesa e curatissima permette di immergersi fin da subito nell’azione. Il protagonista è libero di spaziare in un mondo vastissimo, che riflette con grande precisione la realtà delle coste orientali dell’Inghilterra del IX Secolo. Razzia e assalto ai forti isolati sono le azioni più comuni alle quali partecipare. In realtà la complessità di questo titolo permette di intraprendere un numero infinito di interazioni, di combattimenti e di scoperte che spesso portano ben lontano dalla storia principale. La videoludicità è garantita virtualmente all’infinito, con un arricchimento personale che raggiunge vette impensabili.
Alcuni particolari rendono il gioco ancor più raffinato. Il ricorso alla canzonatura, sorta di gara in rima con la quale denigrare l’avversario o azione utile per carpire informazioni. La possibilità di allacciare relazioni romantiche, il poter partecipare ai giochi noti all’epoca, le conversioni religiose…
Fin qui i pregi. Per quanto riguarda i difetti, potremmo segnalare che, a differenza che negli altri capitoli, in questo “Valhalla” la dimensione stealth è minima, preferendo lo scontro fisico duro e brutale. La storia principale non è ben precisamente marcata, per cui si rischia di perdersi in infiniti rivoli secondari che, di fatto, non portano ad una risoluzione del gioco. L’intelligenza artificiale dei nemici, poi, non è brillante: capita di uccidere un rivale e il nemico, di fianco, non reagisce, come se fosse indifferente alla scena.
In definitiva, comunque, un ottimo RPG, che di sicuro soddisferà gli utenti e potrà essere raffinato ulteriormente con futuri contenuti.