Il fatto che Ubisoft abbia voluto continuare la serie di Watch Dogs indica che il gioco in sé ha grande potenziale. I primi due capitoli della serie, molto promettenti, hanno però dimostrato di avere diversi problemi e hanno attirato su di loro una ridda di critiche, per diversi aspetti più che meritate.

Questa volta ci si è affidati al producer Clint Hocking, per intenderci il creatore di Far Cry 2, che ha sfornato una versione di Watch Dogs, ribattezzata Legion, ampiamente ricostruita.

Le fondamenta del gioco rimangono salde: il protagonista deve creare un gruppo di rivoluzionari informatici che abbia la capacità di sfidare e battere il potere costituito, chiamato Albion. Ci si muove in una Londra di un vicino futuro, con uno sviluppo tecnologico praticamente uguale all’attualità. Subito una sorpresa piacevole: la piattaforma di individui arruolabili arriva alla strabiliante somma di nove milioni! Ebbene sì, ben nove milioni di personaggi giocabili per formare la propria banda. E ognuno di essi è caratterizzato in modo stupefacente, con una vita, delle abitudini, delle relazioni e delle inclinazioni assolutamente uniche.

L’arruolamento diventa così un affare che, da solo, permette una giocabilità praticamente infinita. Una scelta farà variare in modo permanente il proseguo dell’azione, portando la storia su binari unici. La città stessa, a seconda degli incontri che decideremo di accettare o rifiutare, varierà di conseguenza.

Altra novità che può rendere il gioco avvincente è la modalità Permadeath. Un’opzione che, una volta inserita, prevede la morte permanente e definitiva di un personaggio. Giocare con questa modalità rende l’esperienza estremamente eccitante, sapendo di dover ponderare con grande attenzione ogni mossa possibile, pena la morte definitiva in caso di errore.

Il lato negativo di un gioco così strutturato è la possibilità di perdersi nei mille rivoli che vengono a crearsi nel corso della storia. Se non si sta molto attenti, il gioco stesso ti porta in situazioni nelle quali perdi di vista il vero obiettivo finale, battere Albion. La guerra si combatte principalmente su di un terreno cibernetico; la rete regna sovrana, controlla e dirige ogni aspetto della vita di questa Londra futuristica. Quindi droni, hackers, computer e connessioni remote diventeranno strategici per disorientare Albion. La presenza di altre bande, che come la nostra combattono il Potere, ci porterà ad alleanze, voltafaccia, intrighi di spie e contro spie, azioni e colpi di scena, creando una sceneggiatura imponente e multiforme.

Questo action drama permette infinite combinazioni. Può soddisfare diversi generi di gioco, restando sempre fluido e accattivante in tutte le situazioni. Se proprio vogliamo trovare qualche pecca, possiamo indicare la mancanza di treni e metropolitane, che in una città come Londra sono fondamentali per la mobilità delle persone. Manca anche la possibilità multiplayer, che però Ubisoft sta cercando di inserire e che dovrebbe venire alla luce tra qualche mese. Londra è ricreata con grande precisione e attenzione, ma la scelta è stata quella di creare un open world non sterminato, per evitare ulteriore dispersione nella sceneggiatura generale.

“Legion” è sicuramente un gran passo avanti per Watch Dogs, con tantissimi pregi e potenzialità ulteriori.

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