Doom 3 VR, occasione persa
La nuova frontiera del videogioco è già ora la realtà virtuale, alla quale tutti i produttori puntano per ampliare l’offerta, che è andata espandendosi con i continui lockdown imposti dal virus. In questa ottica ID Software ha deciso di riesumare un titolo che era comparso ben 17 anni fa, Doom 3, rendendolo fruibile su PlayStation VR.
Doom 3, al momento dell’uscita, era stato accolto con qualche controversia, discostandosi in modo marcato dai due precedenti capitoli della saga. Era stato comunque un grande successo, in particolare per gli amanti delle atmosfere horror applicate ai racconti sci-fi. Proprio in quest’ottica il gioco aveva avuto ottime vendite, anche perché il team guidato da John Carmack si era impegnato particolarmente per ricreare atmosfere in stile gotico giocando massicciamente con i chiaroscuri.
Diciamo subito che il nuovo adattamento per PS4 e PS4 Plus ha subito solo ritocchi marginali rispetto al passato. Quindi i limiti tecnici e i problemi di gioco si rivelano fin dalle prime battute, con una grafica spesso approssimativa e fastidiosi movimenti a scatto. Grossi problemi si riscontrano anche con il puntamento delle armi, che in uno “spara spara” dai ritmi serrati costituisce un limite davvero grave. In alcune scene, poi, viene meno la sensazione di distanza tra se stessi e le cose, o i mostri, che ci circondano. Anche questa è una pecca di non poco conto, che contribuisce a falsare le percezioni sensoriali e, quindi, aumenta la possibilità di essere colpiti dai numerosi nemici che, con allarmate frequenza, tentano di porre fine alla nostra esplorazione di Marte. I limiti della parte grafica, rimasta in buona sostanza ferma a 17 anni fa, compromettono a cascata la fluidità dell’azione e la precisione negli spostamenti, aumentando pericolosamente le opportunità dei nemici di colpirvi, compromettendo tutta la missione.
Le atmosfere tese e opprimenti del gioco non vi permetteranno mai di rilassarvi, soddisfacendo la necessità di molti videogiocatori di un’azione continua e letale. L’apparato nervoso sarà sempre messo a dura prova, complice anche un comparto sonoro questo sì ben rivisto e adattato alle nuove esigenze. Altra “stranezza” riscontrabile, il repentino passaggio dalle tre alle due dimensioni nel corso delle scene che fanno da ponte tra una missione e l’altra: ciò genera un effetto “mal di mare” sicuramente poco piacevole.
Indubbiamente un adattamento frettoloso ad una nuova tecnologia per un gioco sicuramente piacevole, che comunque rimane godibile ad una nutrita schiera di appassionati del genere. Peccato. Siamo convinti che un restyling più profondo avrebbe portato questo titolo ad un elevato grado di godibilità ludica.