Con Battlefield 2042, a distanza di tre anni dall’ultimo titolo rilasciato, torna l’amatissima serie di giochi sparatutto di marca DICE, che ha potuto finalmente lavorare sfruttando le incredibili potenzialità della next-gen.

Ambientato in un ipotetico futuro prossimo, caratterizzato dalla scarsità di risorse naturali e dal conflitto fra Stati Uniti e Russia per il loro controllo, il gioco abbandona il contesto delle guerre mondiali per riproporre un’ambientazione più moderna. Fa storcere il naso la decisione di non approfondire lo scenario in cui è ambientata la storia, con una campagna assente nel titolo, limitando l’offerta al solo multiplayer, per quanto modalità principale della saga.

Se già nei capitoli precedenti l’offerta di Battlefield verteva su adrenalina, frenesia e spettacolarità degli scontri a larga scala, quest’anno le tecnologie della nuova generazione hanno permesso agli sviluppatori di spingere ancora di più l’acceleratore su questi elementi, proponendo mappe enormi, capaci di ospitare fino a 128 giocatori pronti a darsi battaglia per conquistare gli obbiettivi e vincere la partita.

Pad o mouse alla mano, l’impressione è quella di trovarsi in una vera e propria guerra, con dozzine di soldati che si combattono divisi in plotoni, tra ghiaccio e deserti, velivoli militari che ci bombardano dall’alto, carri armati che distruggono edifici, razzi, proiettili e cambiamenti climatici improvvisi, che rendono l’atmosfera cruda, frenetica e il gameplay adrenalinico, divertente.

Le modalità offerte vanno dalle novità Hazard Zone e Portal (delle quali discuteremo in seguito) alle classiche Conquista, dove dovremo controllare più settori di mappa possibili per azzerare i ticket avversari; c’è anche Sfondamento, nella quale gli attaccanti dovranno farsi strada a suon di conquiste di obbiettivi e uccisioni tra i difensori fino al loro quartiere generale.

Le mappe, seppur spettacolari dal punto di vista scenografico, danno l’impressione di non essere state studiate ottimamente per le prime due modalità. Per esempio, in Conquista, a causa della loro grande estensione, si hanno dei lunghi tempi morti prima di raggiungere le zone dei grandi scontri, mentre in Sfondamento il level design intacca, talvolta, la competitività della partita, in quanto può capitare che la conformazione della mappa offra considerevoli vantaggi a difensori o attaccanti.

Discorso diverso per Hazard-Zone, novità assoluta per la saga di Battlefield, modalità in cui squadre di quattro giocatori combattono tra loro per localizzare, rubare e portare via dalla mappa, tramite un’estrazione finale dei chip satellitari per conquistare la vittoria.

È un peccato che gran parte del potenziale del titolo venga sfruttato al massimo solo in questa modalità di gioco, in cui la sinergia tra mappe e gameplay è totale e l’uso attento degli specialisti, altra novità di quest’anno, diventa molto importante vista la forte componente tattica e cooperativa di Hazard-Zone. Differentemente dai capitoli precedenti, infatti, in Battlefield 2042 non sarà più presente il classico sistema a classi, bensì ogni giocatore potrà scegliere quale operatore speciale impersonare, ciascuno con due abilità particolari come il poter volare rapidamente con una tuta alare o il guarire gli alleati a distanza con una pistola curativa. Abilità che, nel contesto della guerra a larga scala di Conquista, sono certamente divertenti e capaci di variare il gameplay, ma poco impattanti sul corso della partita, mentre, in Hazard-Zone, come detto prima, diventano fondamentali.

Altra novità di Battlefield 2042 è la piattaforma Portal, nella quale i giocatori potranno dare sfogo alla propria immaginazione per creare esperienze di gioco innovative sfruttando i contenuti non solo del titolo, ma anche di tre capitoli passati della serie: Bad Company 2, Battlefield 1942 e Battlefield 3.

Tornano in vita, quindi, con l’ulteriore spinta della next-gen, armi, veicoli, mappe e altre feature degli storici giochi della saga, che potremo utilizzare per le nostre creazioni. Gli strumenti per dar sfogo alla creatività non mancano, dato che si possono, per esempio, modificare regole di gioco e condizioni di vittoria, limitare l’uso di alcune armi o anche decidere di far scontrare fazioni di epoche diverse, permettendo agli utenti di creare, scoprire e giocare partite originali e divertenti, annullando la monotonia che si può sperimentare con il cumularsi delle ore di gioco.

Per fortuna, un aggiornamento lanciato il 9 di dicembre, ha sistemato i tantissimi problemi che stavano allontanando i giocatori. Conquest, la modalità principale, per tanti versi, resta comunque un caos deludente e dispersivo. Le nuove mappe, in generale, si dimostrano poco appetibili

Alla luce di quanto detto, il potenziale di Battlefield 2042 è davvero enorme, ma il titolo non è sicuramente, almeno per ora, perfetto. L’inspiegabile mancanza di una chat vocale al lancio, ormai data quasi per scontata nei titoli multiplayer, il fatto che le mappe non abbiano più versioni in base alla modalità di gioco come già visto in passato e, per finire, qualche imprecisione qua e là nell’esperienza di gioco generale, infatti, macchiano il risultato finale. Al di là di questo, il gioco va apprezzato per  le novità Hazard-Zone e Portal. Basterà a convincere all’acquisto?

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