Il “De Profundis” del cinema

«Queste, adesso, te le metto dentro», le anticipa lui, con in mano delle palline vaginali. «Dietro?», sospira lei, titubante e speranzosa, chinata in posizione di attesa. «No, davanti», decreta lui. Scandalizzati da questo scambio di battute? Non è un dialogo estrapolato da un film porno, ma preso, paro paro, da Cinquanta sfumature di Nero, il film che, da giovedì, ha sentenziato probabilmente la fine del cinema inteso, nel senso più nobile del termine, come arte. Da oggi, chiamatela settima, e basta, e giudicatela secondo i sacri principi del product placement e del marketing, (con una sola t, per non fraintendere) […]