Trevor, il trans che allatta
Confesso di essere a digiuno di teorie gender, stereotipi educativi e argomenti similari. È una mia pecca, e non me ne faccio un vanto. Non mi mancano informazioni, ma sono refrattario all’approfondimento di taluni temi. Li vedo come un sovvertimento di quel poco di ordine naturale che ancora regola una società decrepita e decadente come la nostra.
Tuttavia, anche con la dovuta attenzione e cautela richiesta da taluni casi, a volte mi perdo; nel senso che non mi ci raccapezzo. Faccio proprio fatica a capirne i passaggi più elementari e per non essere offensivo nei confronti di drammi personali, batto in ritirata, evitando di giudicare con superficialità e in maniera pubblica le scelte altrui.
Ma qui non siamo nell’intima sfera privata; la questione è collettiva e sociale, di cultura e civilizzazione.
E’ passata sotto silenzio la storia di Trevor MacDonald che, nato in un corpo di donna, ha iniziato la cosiddetta ‘transizione’ ben otto anni fa, assumendo progressivamente fattezze maschili. Transizione non del tutto compiuta. Infatti non si era sottoposto all’asportazione dell’utero, e quindi da quel punto di vista, era ancora una donna in grado di procreare. E dato che il desiderio di un figlio è irreprimibile, scartata l’adozione, ha deciso insieme al compagno che fosse venuto il momento di mettere al mondo una nuova vita.
E allora cosa fa Trevor? Semplice: ha proceduto in maniera naturale.
Il resto, il lettore può immaginarlo. Un uomo con baffi e pizzetto dedica ora parte della sua giornata ad allattare con il suo seno il proprio figlio.
Immagine che mette allo stesso tempo sconforto e paura, rispetto alla quale avrei potuto anche questa volta battere in ritirata. Ora c’è però qualcosa in più; vale a dire il silenzio dei media che ne svela la complicità agevolando una pericolosa ma oramai consuetudinaria destrutturazione dell’idea stessa di procreazione di un essere vivente.
L’impressione che ne ricavo è che tutte le certezze debbano essere messe in crisi; e tutte le crisi (personali) debbano dispiegarsi e sciogliersi in un forzato consenso collettivo e in una approvazione acritica per ogni scelta di libertà che mai tiene conto dell’oggetto in questione: il bambino. Appunto, dell’ oggetto in questione.