I piani di rilancio aziendali abbiamo imparato a conoscerli. E dato che l’esito è sempre lo stesso, suonano oramai lugubri e spaventevoli come gli attimi precedenti il verdetto del Volksgerichtshof, il Tribunale del popolo nazista.

Se pure alla vostra azienda ne tocca uno in sorte, state certi che, nel breve volgere di un paio di anni, sarete senza lavoro e nel frattempo trattati come pacchi postali senza destinazione. E alla fine ringrazierete pure il cielo per aver avuto la possibilità di lavorare per quegli ulteriori ventiquattro mesi.

L’Alitalia ne ha annunciato uno che dovrebbe partire dal 2019. Prevede oltre 2mila esuberi tra il personale e il taglio del 30% in busta paga per tutti i comandanti con un’incidenza di oltre 3mila euro al mese.

Ora si sorvoli su tutto quanto di deprimente attiene alle vite personali e familiari di coloro i quali attendono come condannati a morte che da questo terribile gioco dei dadi esca il loro nome. Si sorvoli su eventuali scioperi, accordi o scontri tra le parti, interventi più o meno incisivi e dissuasori da parte dei governanti di turno. E si resti invece al punto più interessante della vicenda che, se ben interpretata, avrebbe anche un lato positivo visto che potrebbe servire ai nostri cervelli in fuga per rivedere i loro piani di viaggio e restare in patria.

Situazioni del genere confermano infatti che per essere un manager di livello, non occorrono più master o lauree in università prestigiose, avere padronanza di tre o quattro lingue ed esperienze pregresse in ruoli dirigenziali.

Poveri umani noi, dalla mente ristretta, che per lungo tempo abbiamo ritenuto che per ricoprire quelle mansioni ci volessero abnegazione e studi impegnativi. E che la giornata di questi super esperti di gestione e strategia aziendale si consumasse tra incomprensibili grafici e statistiche, tra proiezioni di mercato e complesse analisi matematiche. E invece no! Ci siamo sbagliati, e di molto.

Basta avere pelo sullo stomaco ed essere sufficientemente proclivi al taglio delle teste e degli stipendi. Questo è tutto ciò che serve, come nel più classico e pluripremiato filmetto hollywoodiano con esplicita funzione di lavacro moralistico. Anche quando ci lasciamo incantare dalla loro prosa fluente e dal sempre argomentato discorrere su arcigne questioni di macro e micro economia, non dobbiamo disperare. Si tratta di banale fuffa lessicale. Raggiro ad alto livello semantico e psicologico perché sparano cavolate a profusione sperando nella bontà e nella imperizia dell’uditorio.

La soluzione di ogni problema aziendale, gira e rigira, la trovano sempre e solo in un modo: taglio delle teste e degli stipendi.

Sono ragionieri di quart’ordine che vivono un eterno carnevale di falsità e che perciò indossano per una vita intera quella ridicola maschera da super decisori delle vite altrui.

hostess01g

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