Segnalo l’uscita per le edizioni Audax dell’ultimo libro di Emanuele Franz dal titolo Io nego. Pensieri di un filosofo davanti al Covid. Di seguito, alcune righe in cui l’autore spiega motivi e traiettorie del lavoro.

Mi occupo da anni di saggistica, filosofia e storia delle religioni, e questa volta ho voluto dare alle stampe un diario dalla quarantena che propone delle riflessioni filosofiche in chiave critica sulla gestione dell’emergenza sanitaria. Il libro è un insieme di riflessioni e note assortite, tenute insieme dall’argomento e dal periodo in cui sono state scritte: il tempo della quarantena forzata dovuta alla pandemia. Uso come espediente la drammatica situazione sanitaria per mettere sotto accusa l’intero modello di civiltà occidentale, che, impregnata di materialismo e troppo occupata alla rincorsa alla ricchezza, dimentica i valori fondamentali dell’uomo.

Mi interrogo su come le norme intese a gestire la situazione di emergenza sanitaria abbiano travolto codici universali appartenenti alla cultura umana e che effetto può avere su lungo termine tale stravolgimento. Non si tratta, pertanto, di una critica dal punto di vista tecnico, né statistico, ma di una critica che va a monte e indaga come i valori caratteristici dell’essere società vengono livellati e scorporati.

Io nego vuole evidenziare quanto le norme anti-covid dei nostri politici colpiscano elementi che da millenni caratterizzino la civiltà umana, come la stretta di mano, il linguaggio emotivo del volto, l’incontro, ma anche celebrazioni e ritualità universali e specifiche della nostra specie.

Certe forme espressive dell’uomo, come la sepoltura e il culto dei morti, sono fra le più antiche ritualità ed è, anzi, accertato che lo sviluppo del pensiero simbolico abbia origine da questa istanza metafisica… che è ciò in cui la specie umana si distingue dalle bestie.

Con Io nego avanzo il sospetto che nella norma non vi sia lo scopo di arginare una infezione, quanto quello di eliminare il Rito, il Simbolo.