Per gentile concessione dell’editore anticipo parte della introduzione di Antonio Chimisso agli scritti di Ernst von Salomon (un saggio e due racconti sulle vicende dei Freikorps) dal titolo I soldati perduti pubblicati per Oaks editrice, tutti inediti in Italia e corredati da una galleria fotografica. 

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Ernst von Salomon esordì come scrittore nel 1930 con I proscritti, cui seguiranno nel 1932 Die Stadt (La città) e nel 1933 Die Kadetten (I cadetti).

A quel periodo cruciale per la sua formazione intellettuale, precisamente al 1930, risalgono gli scritti ora pubblicati da Oaks Editrice:  I soldati perduti, un saggio sulla genesi e la storia dei Corpi Franchi, L’assassino e Senta, due racconti legati da un filo rosso a I proscritti e illuminanti per capire l’anima e l’essenza del fenomeno dei Corpi Franchi e delle terribili tensioni che animarono la Germania negli anni immediatamente successivi alla fine della Grande guerra.

Il saggio che dà il titolo al libro venne pubblicato in  Krieg und Krieger (Guerra e Guerrieri), un’opera collettiva curata da Ernst Jünger, che cercò così di riflettere sulla natura, sulle cause della I guerra mondiale, sui motivi del suo esito, sulla situazione in cui era precipitata la Germania a causa della sconfitta, sull’essenza del rapporto tra guerra e pace.

A von Salomon venne ovviamente affidato il compito di tracciare il quadro della breve e intensissima epopea dei Corpi Franchi, individuando genesi, natura, frutti ed esito del loro sacrificio. E lo fece con una ventina di pagine in un saggio breve, I soldati perduti, dove brilla una scrittura che rimanda immediatamente al von Salomon romanziere de I proscritti.

Conciso, essenziale, procede scandendo un ritmo che a volte sembra farci sentire il suono delle colonne dei guerrieri in marcia, che rende come disegnati con il sangue l’anima, il furore dei combattenti, il loro ritorno a forze primordiali, il rifiuto di ogni compromesso, la ricerca a ogni costo dello scontro.

Anche i due racconti sono del 1930, pubblicati in lavori collettivi curati da Franz Schauwecker.

L’Assassino, dai toni espressionistici e con atmosfere  che ricordano il realismo magico di Bontempelli, esprime in forma metaforica il percorso esistenziale e le motivazioni  psicologiche che spinsero von Salomon, e come lui i tanti che si arruolarono nei Corpi Franchi e combatterono nelle file nazionaliste nella Germania del primo dopoguerra, ad abbandonare il mondo ottocentesco e borghese, mossi non da razionali convinzioni, ma da spinte emotive e da necessità esistenziali, dove l’irrazionale assumeva un ruolo determinante in ogni decisione.

Senta è invece la storia del rapporto tra von Salomon ed una pastore tedesco, Senta, di guardia nel carcere in cui egli era recluso e con cui era entrato in confidente amicizia, ma che farà fallire il suo tentativo di evasione; di fronte alla scelta tra l’amicizia ed il rispetto del servizio affidatogli il cane non ebbe infatti esitazioni e lo aggredì trattenendolo sino all’arrivo delle guardie, nel pieno rispetto di quell’idea di dovere secondo l’etica prussiana, centrale nel pensiero della scrittore di Kiel.

Il libro si chiude con l’articolo che von Salomon pubblicò nel 1953 quando, dopo oltre vent’anni di distacco, riallacciò i rapporti con Ernst Jünger facendogli visita a Wilflingen.

 

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