16Gen 25
Riforma della scuola: superare il pensiero binario
Superare la logica binaria non è soltanto necessario, ma essenziale. Ne avevo parlato nei giorni scorsi riferendomi agli intellettuali, spesso intrappolati nelle rigide contrapposizioni ideologiche che segnano la società contemporanea. Tuttavia, lo stesso discorso vale per i militanti di partito, i quali, perlomeno, possono appellarsi all’alibi di dover difendere, per statuto, la propria fazione. Ciò che trovo davvero sconcertante, però, è l’atteggiamento del resto delle persone.
Un esempio concreto. Fino a ieri si criticava duramente la strategia educativa del nostro Paese e dei vari ministri dell’istruzione, accusandoli di voler trasformare nel lungo periodo la scuola in un mero strumento di avviamento al lavoro: un sistema sempre orientato alle esigenze del mercato, con materie e percorsi disegnati per soddisfare le logiche produttive e gli interessi economici. Insomma: la scuola come macchina della competitività e del profitto.
Poi, almeno stando alle dichiarazioni, Valditara annuncia il rafforzamento di alcune materie umanistiche – latino, arte, musica, storia, letteratura e poesie a memoria – e, come un riflesso pavloviano, piovono accuse al “ritorno della scuola gentiliana” e alla “scuola etica”.
Ma vi rendete conto? Si oscilla continuamente da un estremo all’altro, senza mai prendersi il tempo di riflettere con calma. Per una volta, lasciate da parte le uniformi ideologiche e cercate di analizzare le questioni con equilibrio e obiettività. La riforma di Valditara può essere migliorata? Certo che sì, tutto è sempre migliorabile!
In fondo, non serve molto: solo il coraggio di ragionare con la propria testa.