Lea Pericoli: “Il mio ace al male”
Da Lea Pericoli a Rosanna Banfi . Da Monica Guerritore a Martina Navratilova. Da Olivia Newton John a Jane Fonda, da Anastacia a Kylie Minogue. Sono attrici, cantanti, atlete. Donne famose colpite dal cancro, che hanno raccontato la loro malattia e non si sono vergognate di mostrarsi in pubblico con pochi capelli. Anzi, consapevoli di influenzare il pubblico che le ama, sono diventate messaggere di prevenzione, prestando nomi e volti alle associazioni che si battono per sconfiggere il cancro.
Il tumore alla mammella colpisce una donna su dieci e nella “torta” delle statistiche, si divora un quarto di tutti i carcinomi femminili. Tanti anni fa ero rimasta stupita dalla motivazione che aveva spinto un mio conoscente texano, professore all’università a lasciare gli Stati Uniti per trasferirsi a Londra: “Tutti noi americani conosciamo almeno una persona morta ammazzata, vittima di rapine o incidenti. Qui ci sono troppe armi, in Europa no, tu conosci qualcuno che è morto ammazzato?” No, per fortuna non c’era nessuno nella rosa dei miei conoscenti (e dei loro amici) che fosse morto ammazzato.
Tant’è, quella sorta di statistica fai-da-te, mi è tornata in mente quando ho scoperto di avere il cancro. Settimana dopo settimana, mese dopo mese mi accorgevo che anche fra le mie conoscenti quel numero lievitava in maniera esponenziale. Possibile, mi dicevo, che non me ne fossi accorta prima?
Fra le testimonial più incoraggianti per noi, che da poco abbiamo avuto una diagnosi di cancro, c’è Lea Pericoli, classe 1935: ha sconfitto un tumore all’utero nel 1973. Campionessa di tennis, giornalista sportiva – ha collaborato a lungo con il nostro quotidiano e con diverse testate televisive – è anche scrittrice, ha pubblicato l’anno scorso Maldafrica (Marsilio) , meritandosi un bel secondo premio al concorso letterario del Coni.
Lea ha ammesso più volte “di aver battuto il male per aver giocato d’anticipo”. Perché la prevenzione è l’antidoto più efficace “ e il cancro più tardi lo si scopre meno è curabile“. La grinta e la voglia di vivere hanno fatto il resto. Sei mesi dopo l’operazione, Lea era di nuovo sui campi da tennis, per la seconda volta si era conquistata il titolo di campionessa italiana.
Altrettanto intenso è il suo impegno come paladina della prevenzione. Dai convegni dell’Andos, associazione nazionale donne operate al seno, alle iniziative della Lilt, lega italiana per la lotta ai tumori, Lea è convinta che “gli screening vadano anticipati il più possibile, l’ideale sarebbe a 30 anni, come ho fatto io. Per questo sono ancora viva”. Quello che state per vedere è un video che Lea ha girato con l’Airc, l’associazione italiana ricerca sul cancro, l’anno scorso in occasione della festa della mamma. Guardatelo, a me piace molto quando dice: ogni momento della mia vita è prezioso