A proposito di pesticidi continuo a scoperchiare il mio vaso di Pandora, sono rimasta colpita dalla strage delle api. Sempre più intensa e – se nessuno la ferma – ineluttabile.

Negli anni Ottanta sono stati messi a punto alcuni insetticidi a base di neonicotinoidi dalle accertate proprietà neurotossiche (anche a dosi bassissime) per gli insetti e – prevedibile  effetto collaterale – micidiali anche per le api.

 Con questo principio attivo-killer esistono in commercio in Italia una cinquantina di varianti di pesticidi (validi fino al 2019!!!), autorizzati anche nell’agricoltura integrata, ne vengono asperse zucchine, melanzane, cavoli, pomodori, rape, carciofi cipolle, albicocchi, mandorli, insalate ma anche frumento, orzo e fagioli.

 Il veleno è potentissimo: si infiltra nella linfa della pianta, passa al nettare, nel polline, se ne trovano tracce nella melata (la sorella del miele), perfino nella rugiada. Permane nella pianta almeno 45 giorni, nel terreno e nelle acque di superficie e di falda per più tempo accumulandosi di anno in anno.

Bastano cinque api intossicate per far ammalare nel giro di poche ore un intero alveare, giacchè le operaie si nutrono vicendevolmente scambiandosi il cibo l’una con l’altra. Come muoiono? Fra atroci sofferenze o di inedia, dopo aver manifestato i sintomi dell’Alzheimer, “sembrano ubriache, istupidite, quelle che non muoiono subito non  ricordano la strada per ritornare all’alveare e quelle che ne hanno assunto una dose ancora minore, che riescono comunque a rientrare, si ammalano rapidamente, contagiando le sorelle. Non solo: i neonicotinoidi compromettono anche il sistema immunitario perciò le api diventano sempre più cagionevoli, come i malati di Aids” rivela l’apicultrice Marisa Valente che con il marito Renato da vent’anni gestisce una piccola azienda astigiana, nel parco naturale di Rocchetta Tanaro.

 Questo che vi sto raccontanto non è solo il dramma di un’azienda che rischia di fallire (“Avevamo 250 arnie, ora ce ne restano soltanto 10, nonostante ogni anno ci si indebiti per comprarne di nuove. é dal 2005 che denunciamo i danni alle autorità, INVANO….”) è di più: UNA MINA SUBDOLA CHE SEMINA MORTE: le api contribuiscono all’80% all’impollinazione delle coltivazioni. Mele, pere, agrumi, kiwi, castagni, susini, albicocchi, ciliegi, pomodori, zucchine, soia, ma anche aglio, carota, cavoli e cipolle, sono tutte colture frutto di unioni “celebrate” dalle api (prelevano il granulo di polline dal fiore maschio e lo congiungono all’ovulo del fiore femmine), insomma, senza le operaie si compromette l’equilibrio del pianeta. 

Non solo: i neonicotinoidi stanno sterminando decine di migliaia di altri organismi e provocano il cancro alle persone (c’è un documentato studio dei Medici per l’Ambiente sulle relazioni fra pesticidi e tumore, ve lo sintetizzerò nei prossimi post)

 Come Marisa e Renato ci sono moltissimi altri apicoltori,   (consultate il sito bastaveleni e vedrete un elenco di firme a sostegno della loro causa, anzi se volete aggiungervi…)

 Qual è la causa? Marisa e Renato STANNO FACENDO LO SCIOPERO DELLA FAME  dal 4 di luglio. Andranno avanti a oltranza finchè non cambieranno le cose  “Il sistema è marcio – dicono – per legge i neonicotinoidi sono stati vietati già da qualche anno nella concia del mais ma vengono utilizzati nelle viti e nelle altre colture, che senso ha? Chiediamo che vengano proibiti per tutti gli impieghi, che il principio attivo venga ritirato dal mercato perché tossico”.

 ” Le nostre api, le larve, il polline nel favo SONO CONTAMINATI (analisi private e della Asl hanno dimostrato tutto ciò),  NON POSSIAMO RISCHIARE LA CONTAMINAZIONE DI TUTTI I PRODOTTI, NON POTREMMO PIU’ VENDERLI”, anche se ricomprassimo le api tutti gli anni.

 Ultima novità: il pm Raffale Guariniello ha condotto un’inchiesta sulla strage delle api (il reato è diffusione di malattie degli animali valutate pericolose per il patrimonio zootecnico e l’economia nazionale), e avvisato di questa gli amministratori delegati di Bayer CropScience di Milano e di Syngenta Crop Protection Italia entrambi produttori dell’insetticida.

 Gli apicoltori però sono scettici, il 31 ottobre scadrà il divieto di usare l’insetticida nella concia del mais, non si capisce perché questo divieto  debba scadere e perché non venga esteso alle altre coltivazioni…

  E pensare che ci sarebbero i pesticidi biologici…

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