Una volta, intervistando un famoso cantante, gli chiesi quale fosse la sua vacanza preferita, la risposta fu: “Non vado mai in vacanza perché faccio il lavoro più bello del mondo: suono e canto”. Pensai: “beato, anch’io faccio un bel lavoro, però, ogni tanto sento l’esigenza di staccare la spina…”

E così, nel mio staccare la spina per tre settimane, mi sono accorta che anche la vacanza rientra fra le cose essenziali della vita.

 Ditemi voi, non c’è bisogno di andare chissà dove, l’importante è riuscire a ritagliarsi uno spazio (mentale?), magari uno piccolo ogni giorno, per rigenerarsi, stare bene con se stessi e poi irraggiare…

 In questi giorni ho fatto il pieno luce (mi sento una batteria carica, bagaglio indispensabile per affrontare le nebbie padane da ottobre a marzo…), mi sono immersa nel mediterraneo caldo e azzurro della Spagna del sud, ho respirato aria salmastra a pieni polmoni. Ho lasciato sulla scrivania computer e connessioni internet, mi sono però portata dietro il mio guscio, come una tartaruga: sì insomma, le persone essenziali, le vedete immortalate mentre si tuffano.

 Non ho cercato cibi bio – ero in un paesino di quattro anime sarebbe stato come veleggiare contro vento – ma ho apprezzato le grigliate di pesce del posto, ho corso su provinciali deserte alle nove del mattino (l’ora in cui in Andalusia trasmettono il primo tiggì che equivale per noi alle sette). Non ho avuto paura del vuoto… intendo i precipizi della mente. Tutt’altro, ho lasciato rimbalzare i pensieri, senza rimuoverli, come aquiloni pronti al volo. Eh.. sì, che trovata la vacanza!

Quando ho riacceso il computer ho trovato i vostri commenti, ricchi di spunti come sempre, vi ringrazio. Pronti anche voi a ripartire?

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