È arrivato il via libera del Senato al registro nazionale delle protesi mammarie  (ora il disegno di  legge attende un definitivo passaggio alla Camera).

Tutte le regioni avranno un albo con le “carte di identità” delle protesi, in sostanza le informazioni chiave rilasciate da ospedali e cliniche per garantire a chiunque si sottoponga a un intervento ricostruttivo la rintracciabilità delle protesi. Ovvero data e luogo dell’intervento e  il tipo di protesi inserita.  Queste informazioni, per legge, devono essere rilasciate anche alle pazienti che subiscono un’operazione.  Ma nel caso in cui queste smarrissero i documenti, no problem,  d’ora in poi ci penserà “mamma Regione” (o papà Stato).

La legge prevede anche  sanzioni più dure per chi opera minorenni a fini estetici, con multe da 15 a 20 mila euro e sospensione di tre mesi (appena? ) dall’esercizio della professione.

La senatrice (Pdl) Maria Rizzotti , relatrice della nuova legge, ha sottolineato che “con questo testo si vuole tutelare la donna dall’abusivismo e dare sicurezza sulla tracciabilità dell’impianto, rendere gli obblighi informativi doverosi prima di ogni intervento chirurgico, sottolineando regole, trasparenza, controlli e garanzie per la crescita di questi interventi chirurgici a fini estetici. Inoltre si pone un divieto di applicazione dell’impianto, a soli fini estetici, in soggetti che non abbiano compiuto la maggiore età, decisione necessaria a fronte della diffusione del fenomeno tra le ragazze con il consenso dei genitori”.

 

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