Radiografie ai denti, ecco cosa si rischia
La notizia di oggi è che troppe radiografie ai denti moltiplicano il rischio di cancro al cervello. L’informazione appare sulla rivista Cancer: ricercatori americani invitano a utilizzare i raggi X con cautela.
Il pericolo di ammalarsi di meningioma, la forma più comune di tumore cerebrale primario negli Usa, responsabile di un terzo di tutti i casi, è particolarmente alto per chi in passato è stato sottoposto a un gran numero di radiografie ai denti, una o più all’anno. E aumenta ulteriormente, fino a quintuplicare, se il “bombardamento” è stato subito da bambini.
“Non vogliamo diffondere il panico, neppure scoraggiare le persone a curarsi i denti – attenua l’allarmismo sul ’Washington Post’ Elizabeth Claus, neurochirurgo del Brigham and Women’s Hospital e della Yale University School of Medicine di New Haven, coordinatrice dello studio – È però importante seguire le linee guida e confrontarsi con il proprio dentista” raccomanda. Va anche sottolineato, aggiunge, che “oggi le radiografie ai denti utilizzano dosi di radiazioni molto più basse rispetto al passato”.
È stato dimostrato che il principale fattore di rischio ambientale per il meningioma sono le radiazioni ionizzanti e la prima fonte artificiale di questi raggi sono proprio le radiografie ai denti. Per misurare il legame tra neoplasia e raggi X, quindi, Claus e colleghi hanno analizzato dati relativi a 1.433 pazienti di età compresa fra 20 e 79 anni che avevano ricevuto una diagnosi di meningioma tra maggio 2006 e aprile 2011, e li hanno confrontati con le informazioni raccolte in un gruppo controllo di 1.350 persone con caratteristiche simili, ma sane.
Gli studiosi hanno osservato che i pazienti con meningioma riferivano con probabilità 2 volte maggiore di essere stati sottoposti a un particolare tipo di radiografia ai denti chiamata ’bitewing’ (quella che si fa inserendo una lastra sottile fra le arcate). Inoltre, chi aveva ripetuto l’esame molto di frequente, una volta all’anno o più, aveva una probabilità quasi doppia (da 1,4 a 1,9 volte maggiore) di ammalarsi rispetto al gruppo controllo.
Ma il pericolo di cancro al cervello risultava aumentato in misura ancora maggiore per chi esagerava con le radiografie del tipo ’panorex’, che permettono di scattare una panoramica di tutti i denti: per chi era stato sottoposto a questo esame prima dei 10 anni d’età, il rischio di meningioma era quasi 5 volte (4,9) più alto. Mentre per chi aveva ripetuto la panoramica una o più volte all’anno, la probabilità di tumore era circa tripla rispetto al gruppo controllo.
“Questo studio – dice Claus – suggerisce che, nonostante le radiografie aidenti rappresentino uno strumento importante per mantenere la salute della bocca, sforzarsi di limitare l’esposizione a queste radiazioni può tradursi in un beneficio per alcuni pazienti”.
L’American Dental Association (Ada) raccomanda ai dentisti di ricorrere con giudizio ai raggi X. Per pazienti con una bocca sana e non a rischio, le linee guida dell’Associazione suggeriscono una radiografia ogni 1-2 anni da bambini, ogni anno e mezzo-3 da adolescenti e ogni 2-3 anni da adulti.
La notizia non mi stupisce, semmai ci stupisce l’ingenuità del ricercatore che invita a “confrontarsi con il proprio dentista nel rispetto delle linee guida”.
L’argomento oggi mi tocca molto da vicino: sia perché ho già avuto un tumore e sia perchè ho le due principesse di 11 e 9 anni ma anche perché ho due amici che sono morti per un tumore al cervello.
Quando la mia piccola aveva 4 anni e mezzo mi rivolsi a una gnatologa su indicazione della logopedista: la dottoressa mi propose di far fare alla bambina una lastra al cranio e una allo scheletro, “perché se la masticazione è compromessa – mi spiegò- può dipendere dall’asimmetria dello scheletro”. Rifiutai quella soluzione e mi cercai un’altra specialista.
Scelsi una dentista di nome Marta, professionale e gentile, la quale concordò con me che quella fu una diagnosi prematura. Pochi mesi fa sottoposi all’attenzione della dottoressa Marta -e dell’odontoiatra che lavora con lei – la dentatura della principessa di 11 anni. Lo specialista mi suggerì una “teleradiografia laterale del cranio” da fare “con una certa fretta perché altrimenti l’osso della mandibola non si sarebbe più potuto modificare”. Invece di sentirmi rassicurata dalla parola “tele”, che significa “a distanza”, concentrai il mio terrore sulla parola “cranio” e non mi convinsero le spiegazioni del tipo “oggi i dosaggi sono inferiori a quelli di una volta”…
Chiamai la pediatra e insieme con lei valutammo di far fare alla principessa una “panoramica” . Insomma, mi sono confrontata con dentista, odontoiatra e pediatra prima di scegliere: cranio no, arcata dentale sì… Come andò a finire? L’odontoiatra non gradì la mia interferenza ma non me lo disse apertamente. Quando mi ripresentai con mia figlia, a quattro mesi di distanza dal primo incontro, l’odontoiatra finse di non riconoscermi, e, al momento della diagnosi, si dileguò nella stanza accanto. Lasciò che fosse la dottoressa Marta a dire: “Che sorpresa, in quattro mesi il quadro è cambiato… al momento non c’è bisogno di nulla, aspettiamo che scendano i denti”.
Morale 1: davanti all’eventualità di regalare raggi (o vaccini inutili) in tenera età, preferisco rimandare.
Morale 2: nella vita si incontrano persone che hanno il coraggio di affrontare situazioni scomode e altre che, davanti alle stesse situazioni, si danno alla macchia, come lepri. Penso che quando stanerò il leprotto farò finta di non conoscerlo…