Vaccino anticancro, via libera
Il vaccino anticancro è qui, appena fuori dalla porta. Funziona da anni. Lo si ottiene mettendo a contatto le cellule maligne con quelle sane del paziente e iniettando il composto per via intradermica. Effetti? Il sistema immunitario del malato riprende a marciare alla grande, “ le nuove cellule re-immesse nell’organismo si comportano come radar, sono attratte dal cancro per ridurlo” spiega Dino Amadori, oncologo e direttore scientifico dell’Istituto scientifico romagnolo per lo studio e la cura dei tumori (IRST) di Meldola, in provincia di Forlì, dove otto anni fa iniziò la sperimentazione con il vaccino anti tumorale su 60 pazienti, con melanoma al quarto stadio.
Proprio oggi l’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) ha dato il benestare ufficiale: il vaccino si potrà produrre. “Per il momento lo useremo nei pazienti con melanoma – spiega Amadori – ma le caratteristiche che abbiamo notato durante la sperimentazione fanno pensare che potrà essere usato con successo anche nei tumori del rene e del colon-retto, ossia in quelli che evocano una risposta immunitaria più forte”.
La terapia cellulare è preparata nella Cell Factory dell’istituto, il laboratorio specializzato che Amadori paragona a una casa farmaceutica. Sono 13 in tutta Italia le Cell Factory autorizzate dall’Aifa, ciascuna approfondisce un tipo di cellule (mesenchimali, neurali, per medicina rigenerativa). Il laboratorio romagnolo produce vaccini da cellule dendritiche come la FaBioCell dell’Istituto superiore di sanità a Roma e l’Uptc del Neurologico Besta di Milano.
La sperimentazione è stata fatta prelevando cellule dendritiche sane dai pazienti malati. Perché dendritiche? “Sono cellule presenti in gran parte dei tessuti, sono capaci di assorbire le proteine e di esporle sulle loro superficie (che aumenta con protuberanze, i cosiddetti dendriti) e in questo modo insegnano alle cellule linfatiche a riconoscere le proteine anomale del tumore. I linfociti così si moltiplicano e si attivano”.
I pazienti vaccinati sono 60, tutti al quarto stadio di melanoma, con alle spalle interventi, chemioterapia e o immunoterapia. La mediana di sopravvivenza per malati di questo tipo è di sei mesi. Il vaccino ha potuto prolungare la mediana di 22,9 mesi (range 13,4-61,3 mesi) per il 71% dei pazienti, ossia per coloro che erano risultati responsivi al test cutaneo (e dunque avevano cellule ricettive al vaccino). Il 29% ha avuto una mediana di sopravvivenza di 4,8 mesi. Fra questi ultimi vi sono tre pazienti liberi da malattia da 3 anni e mezzo, 4 anni e mezzo e 6 anni. (I dati sono pubblicati da Ruggero Ridolfi in Melanoma Research 2011).
Cosa cambia da oggi?
“Siamo autorizzati ad estendere il reclutamento dei pazienti compatibilmente con le forze del laboratorio. Saremo in grado di vaccinare dai 30 ai 40 malati l’anno e non solo della Romagna, ciascuno di loro assumerà il vaccino per un anno e mezzo (ogni due settimane le prime quattro dosi, poi a intervallo mensile).”
Pazienti terminali o comunque già trattati con chemioterapia?
“I risultati più importanti si ottengono quando la malattia è all’inizio e non è stata fatta ancora la chemioterapia. Cercheremo di fare il vaccino prima della chemioterapia…”
Perché quando un ritrovato funziona lo si dà al malato sempre “dopo la chemioterapia”?
“Il cancro è un qualcosa di molto complesso, per questo apriori non si deve scartare nulla. Quindici anni fa la chemioterapia era l’unica strada, poi sono arrivati i farmaci intelligenti, la terapia genica…”
Che senso ha dare un farmaco biologico che ripristina il sistema immunitario dopo una chemioterapia?
“Il farmaco biologico non ha un effetto rapido e quando la massa tumorale non viene subito ridotta si ritiene di intervenire con la chemio…”
Sono decisioni dell’Aifa?
“L’Aifa esegue quello che stabiliscono la Fda americana (Food and Drug Administration) e l’ Ema europea (European Medicines Agency)”.
Ma allora perché lei pensa di riuscire a vaccinare i malati prima della chemioterapia?
“Ci sono i nostri risultati confortanti e, poi, sul melanoma la chemioterapia non ha grandi effetti”.